Tornare ad una vita normale, acquisire fiducia in se stesse, superare il trauma della violenza. Sono questi gli obiettivi del gruppo di auto-aiuto organizzato dall’associazione Donna chiama Donna che partirà il prossimo 3 novembre. Il progetto, alla seconda esperienza, vede come partner Terrecablate e sarà riservato ad un gruppo di donne che sta cercando di ritornare ad una vita normale, un percorso di autodeterminazione che sarà guidato dalla psicoterapeuta dell’associazione in nove incontri bisettimanali.
“Uscire dalla spirale della violenza è un cammino difficile per le donne che non possono essere lasciate da sole – spiega la presidente dell’associazione Annamaria Rallo -. Abbiamo fatto un primo gruppo di auto-aiuto nella primavera scorsa con un otto donne che hanno condiviso le loro storie, completamente diverse eppure a tratti così simili; otto donne che nei vari incontri si sono scambiate emozioni, si sono ascoltate, riconosciute, credute, accolte e non giudicate, creando una condivisione complessa, ricca, a tratti molto difficile, ma terapeutica e finalizzata a promuovere la rielaborazione di vissuti traumatici, il processo di accettazione e la valorizzazione di loro stesse. In tal senso l’agente trasformativo è stato proprio il confronto e lo scambio tra pari e con le operatrici del Centro Anti Violenza”.
Terrecablate sostiene il progetto condividendo il valore del percorso di recupero di chi ha sofferto e ha bisogno di una guida morale per tornare ad una vita normale. “Già in passato abbiamo collaborato con l’Associazione Donna chiama donna – dice Marco Turillazzi, amministratore unico di Terrecablate – perchè crediamo svolga un ruolo importante per aiutare le donne vittime di violenza. In questo contesto abbiamo ritenuto il gruppo di auto-aiuto che finanziamo un progetto che rientra tra i nostri obiettivi di società benefit; il nostro impegno è quello di dare la possibilità a chi ha avuto esperienze dolorose, di superare i traumi e riprendersi in mano la propria vita”.
Il primo gruppo di auto-aiuto ha ottenuto buoni risultati e viene riproposto per coinvolgere altre donne in questo cammino di consapevolezza delle loro potenzialità.
“Queste donne incarnano simbolicamente tante altre – conclude la presidente Annamaria Rallo -, le cui brutte esperienze e i maltrattamenti subìti hanno eroso la fiducia in loro stesse, le hanno colmate di paure, riempite di vissuti di inadeguatezza e appesantite di sensi di colpa. Ci auguriamo che le prime otto, meravigliose, donne e quelle che parteciperanno adesso al corso possano essere di incoraggiamento per tante altre nel cominciare lentamente a scoprire il loro prezioso potenziale psichico e a cercare di farlo emergere ed affermare”.