Terremoto, Albarello: “Il posto più sicuro dove stare? In casa”

“Il posto più sicuro dove stare quando ci sono scosse di terremoto? In casa”: ne è sicuro Dario Albarello, professore di Geofisica della terra solida all’Università di Siena, che abbiamo intervistato per un punto della situazione sulle scosse di terremoto che da ieri sera fanno tremare la città.

“Assistiamo a uno sciame sismico che prosegue in modo continuativo e non si tratta di scosse di assestamento, come sento erroneamente dire in giro e non è detto che la prima forte scossa sia stato il fenomeno più intenso  – spiega Albarello -. Questo vuol dire che può fare danni, anche se crolli non direi. Comunque abbiamo avuto solo un piccolo segnale di quello che potrebbe essere il terremoto tipico di Siena, come quello del 1798 per intenderci. Per fortuna un segnale che ci aiuta a gestire la situazione. Eventi analoghi ce ne sono stati cinque nella storia. Si parla di danni e non crolli di edifici ma non possiamo sapere quanto durerà, potrebbero volerci settimane, forse mesi prima che finisca e quindi dobbiamo essere attrezzati sia psicologicamente che materialmente: macchine pronte a partire, coperte e cose necessarie ma nella misura in cui si esce dall’abitazione solo quando è davvero il caso. Comunque in una sequenza sismica possiamo gestire il terremoto e possiamo avere paura certo ma non essere presi dal panico: conosciamo la nostra casa, se ci sono scosse ci mettiamo sotto a un tavolo. Ho visto bambini farlo tranquillamente, al contrario ho visto adulti che non sapevano cosa fare. Non posso rassicurare perché non farei bene il mio mestiere ma posso rassicurare che un comportamento corretto ci fa gestire al meglio la sequenza sismica”.

Albarello spiega anche che eventi sismici analoghi non hanno mai superato una certa magnitudo, il massimo è stato intorno a 5 proprio nel 1798. “Comunque  – conclude – vedremo l’evoluzione nei prossimi due o tre giorni. Si tratta di una frattura della faglia ma non sappiamo di più perché le faglie di Siena sono piccole e sepolte a differenza di quella enorme della Turchia”.

 

Katiuscia Vaselli