I gruppi delle Contrade che vanno a cucinare nel campo di Cascia ci hanno inviato, fin dall’inizio dell’esperienza senese nelle zone del terremoto, il loro racconto. Ecco le impressioni trasmesse dal gruppo della Nobile Contrada del Nicchio
Nessuno, proprio nessun Contradaiolo si è tirato indietro alla richiesta effettuata dalla Misericordia e dalla Protezione Civile, di andare a gestire le cucine da campo nelle aree terremotate. Un’esperienza iniziata nella seconda metà di novembre e che ha visto succedersi ai fornelli già diverse Contrade. Ad inizio dicembre è stato il turno del Nicchio.
Le squadre sono, al solito di cinque persone, persone abituate a gestire grandi numeri e a cucinare pasti magari semplici ma gustosi per molte persone e in poco tempo. Ci raccontano i Contradaioli del Nicchio che sono stati nella cucina da campo di Cascia che preparavano circa 800 pasti a pranzo e cena, tra quelli serviti sul posto e quelli da asporto. Pasti caldi, nutrienti, che però non hanno fatto rinunciare i nostri dal preparare alcuni piatti tipici toscani come la pappa col pomodoro o il peposo, perché a tavola si può ritrovare un momento di serenità e strappare un sorriso. Non hanno lavorato da soli, erano insieme ai ragazzi di un istituto alberghiero dell’Emilia e ad un gruppo di volontari che provenivano dalla Calabria. Subito si è instaurato un bel clima di collaborazione e se il lavoro è stato tanto (si entrava in cucina alle 10 del mattino e si usciva alle 22 di sera), non sono mancati i momenti degli scherzi, delle battute, di una risata e di una spaghettata notturna: la sera gli abitanti di Cascia preferivano una minestra calda anche per affrontare meglio la notte, ma a fine servizio i ragazzi emiliani soprattutto (adolescenti, forti, di appetito) chiedevano una pastasciutta e allora via le pentole e l’immancabile aglio, olio e peperoncino. Si vive la sofferenza, si vede il dolore, ma si vive anche la forza e la dignità delle persone, si vive la bontà e la solidarietà perché in questa Italia che a volte va a rotoli ci sono persone dal cuore grande che non esitano un attimo a mettersi al servizio dei connazionali, fratelli, che hanno bisogno. Contrada non vuol dire solo Palio, Contrada vuol dire soccorso e aiuto. Anche adesso, per Natale e Capodanno, altri Contradaioli saranno lì e preparano pranzi e cenoni lontani fisicamente dalla propria casa, dalla propria famiglia e dal proprio rione, ma vicini, nello spirito del servizio a tutti noi che li ammiriamo e siamo orgogliosi di loro, come senesi e come uomini.