È stata partecipatissima l’assemblea convocata dal coordinamento “Salviamo l’Elsa” e che ha visto partecipare, oltre ai membri, anche i cittadini e i rappresentanti delle istituzioni. L’oggetto del ritrovo, che è andato in scena in un teatro del Popolo affollato, era un opposizione compatta al cosiddetto “Tubone”, il progetto proposto da Mak2 e Pvg, e approvato dalla regione Toscana, che vorrebbe costruire una centrale idroelettrica sul fiume Elsa. La risposta dell’assemblea indetta è chiara: “No al Tubone”.
“Colle di Val d’elsa, a differenza di altre città che sono figlie della strada, può essere considerata figlia del fiume – spiega Giacomo Baldini, archeologo –. Grazie allo sfruttamento delle acque con il sistema delle Gore, ha acquisito l’attuale fisionomia urbanistica. Le Gore non sono state solo il motore dell’economia colligiana nel suo sviluppo storico, ma rappresentano ancora oggi un tratto identitario di questa Comunità”. “Gli impatti su questo patrimonio sarebbero gravissimi – ha fatto eco Giovanni Comi, di Italia Nostra -, che ha illustrato il possibile tracciato della prevista condotta forzata mostrando le gravi alterazioni che causerebbe al manufatto delle gore, sia per l’approntamento di spazi di lavoro in corrispondenza della gora, sia per la realizzazione dell’alloggiamento del tubo all’interno dei canali esistenti”. Comi ha poi ricordato che le gore, in quanto bene di proprietà pubblica di interesse storico – archeologico e documentario, sono tutelate ope legis dal Codice dei beni culturali.
Nel corso dell’Assemblea, inoltre, il sindaco Alessandro Donati è stato invitato a fare una ricostruzione delle vicende amministrative e legali. Ha illustrato la cronistoria dell’opposizione dell’Amministrazione comunale al progetto del Tubone dal 2019 ad oggi, sia durante la fase istruttoria e autorizzativa sia dopo l’autorizzazione, attraverso i ricorsi legali tuttora in corso, e che sono stati supportati ad adiuvandum da Italia Nostra e da alcuni dei cittadini espropriati. L’assessore al Turismo, Cristiano Bianchi, è intervenuto per evidenziare l’importanza che il parco fluviale ha avuto per ottenere l’approvazione della modifica al tracciato della Via Francigena, che oggi passa dal centro storico e proprio dal SentierElsa. Il recente incremento dei pernottamenti a Colle è, secondo l’Assessore, riconducibile anche al turismo lento attratto dalla combinazione di Sentierelsa e Francigena, con ricadute economiche sul territorio di molte volte superiore al valore della produzione di energia dichiarata dal progetto del “Tubone”.
Presenti, inoltre, i due candidati a sindaco, Piero Pii e Riccardo Vannetti. Entrambi si sono detti contrari al progetto e favorevoli alla tutela del fiume. “La questione, che è centrale nel programma della mia coalizione, è legata al riconoscimento del valore costituzionale dell’Acqua come “Bene Comune” fondante il concetto stesso di Comunità – ha detto in particolare Piero Pii, candidato civico di Collesarà -. Tale valore è espresso con forza nello Statuto del Comune di Colle di Val d’Elsa che apre la strada non solo ad iniziative ed azioni di carattere politico ma anche e soprattutto alla possibilità e necessità di salvaguardare tale valore con azioni di carattere programmatorio ed amministrativo che sono nella disponibilità, in primo luogo, del Sindaco quale organo di rappresentanza generale degli interessi della nostra Comunità”. “Il valore dell’Elsa per il nostro territorio va ben al di là degli effetti economici positivi che può creare nel breve e medio termine essendo, forse, il massimo elemento costituente l’identità complessiva della Comunità colligiana. Il suo “benessere” va dunque tutelato a prescindere da qualunque altra valutazione e in questa direzione ci muoveremo nella prossima legislatura – ha spiegato -. Vannetti si è presentato in estate in piazza Arnolfo dichiarando la propria appartenenza al Pd e avendo davanti a sé tutto il gota del partito locale e provinciale a partire dall’assessore regionale Simone Bezzini ma tutta la procedura che ha portato la città di Colle a rischiare di perdere la capacità di decidere le sorti dell’Elsa è interamente dovuta a decisioni ed atti tutti presi in luoghi istituzionali diretti dal Pd: la provincia di Siena, la società Intesa amministrata da sempre da esponenti del Pd e la Regione Toscana”.
“Purtroppo il progetto è stato affrontato in maniera disgiunta – è invece il pensiero di Vannetti -, perdendo la visione della sua complessità: da una parte si è pensato allo sfruttamento energetico, da un’altra alla stratificazione storico-artistica, in una terza posizione si è pensato a Colle come luogo dell’abitare, quale in effetti è. Ma tutti questi aspetti non possono essere indipendenti, devono essere valutati con una risposta coesa. In tempi non sospetti la cittadinanza avrebbe dovuto avere la propria voce in capitolo. Oggi possiamo cercare di affrontare il problema con una conoscenza in profondità, per fare emergere soluzioni diverse. La cittadinanza questo lo merita”. “Su una cosa siamo d’accordo. Siamo una società che dice No al Tubone – ha ribadito infine Vannetti -. E sono convinto che nessun sindaco permetterebbe mai che un progetto del genere venisse realizzato sul territorio da lui amministrato”.
Infine, un ricordo è stato dedicato a Giovanni Parlavecchia, recentemente mancato, che è stato tra i primi firmatari illustri della petizione. “Abbiamo superato le mille firme contro il progetto – ha concluso Fiorenza Bettini, trai i coordinatori di “Salviamo l’elsa” – ora chiediamo ai cittadini di continuare a firmare e diffondere la petizione. Uniamo le forze e impediamo che venga fatto un progetto insostenibile e che non porterebbe alcun beneficio alla comunità”.
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