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Fiamme a Gaiole in Chianti, scatta la condanna per il rogo dell’estate del 2024

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È stato condannato a tre anni di reclusione e a un anno di libertà vigilata con affidamento al Serd e cinque anni di interdizione dai pubblici uffici, dal giudice per le udienze preliminari Sonia Caravelli, l’uomo accusato di aver appiccato un incendio doloso a Gaiole in Chianti il 30 luglio 2024 e di aver tentato altri quattro roghi tra il 13 e il 24 dello stesso mese.

“Oltre al tentato incendio, per il quale era già stato giudicato e condannato alla pena di un anno e 6 mesi, l’uomo è stato ritenuto responsabile di altri 4 incendi dolosi avvenuti nella stessa zona nel mese di luglio – ricorda in una nota il comune di Gaiole in Chianti – . Fu messo in manette lungo la provinciale 73/B in direzione Gaiole in Chianti, sorpreso dai Forestali mentre cercava di appiccare le fiamme ai margini della boscaglia. Il piromane era intento a gettare dal finestrino dell’auto, nella vegetazione secca e altamente infiammabile a bordo strada, un foglio di giornale cui aveva dato precedentemente fuoco con un accendino, poi rinvenuto nella tasca dei pantaloni. Il principio di incendio fu immediatamente domato, evitando conseguenze più gravi. Per questo reato di tentato incendio, in udienza la Procura aveva chiesto due anni di pena e il giudice l’aveva fissata in un anno e mezzo. Ma quello non era stato l’unico episodio – viene ricordato-. Le indagini successive hanno permesso di attribuire allo stesso uomo la responsabilità di altri quattro roghi, tutti avvenuti nella stessa zona e nello stesso periodo. Le fiamme avevano divorato ettari di bosco, minacciato abitazioni e messo in pericolo alcune aziende agricole”.

Il grave incendio boschivo divampato a Nusenna il 30 luglio dello scorso anno aveva richiesto l’intervento di numerose squadre di volontari antincendi boschivi e di operai forestali.

Durante l’udienza sono state accolte le conclusioni della perizia psichiatrica, che ha evidenziato, al momento dei fatti, una notevole riduzione della capacità di intendere e di volere da parte dell’imputato. Allo stesso tempo è stata rilevata una condizione di pericolosità sociale, oggi però attenuata grazie al percorso di cura seguito dall’uomo.

Il pubblico ministero Elisa Vieri aveva chiesto tre anni e quattro mesi, più libertà vigilata; la difesa, rappresentata dall’avvocato Alessandro Betti – sostituito in udienza dalla collega Giulia Salvini – aveva invece insistito per l’assoluzione.

Costituitosi parte civile, il Comune di Gaiole in Chianti, rappresentato dall’avvocato Federica Barone Bombagli in collegio difensivo con il collega Gabriele Cresti , ha ottenuto una provvisionale di circa 9mila euro, con rinvio al giudice civile per la quantificazione definitiva del danno.

Michele Pescini, sindaco di Gaiole in Chianti, “ha espresso soddisfazione per quella che può essere definita una condanna esemplare, che lancia un messaggio chiaro, ovvero che i reati ambientali, soprattutto quelli che mettono a rischio vite umane e patrimonio naturale, non devono restare impuniti. Appiccare il fuoco nei boschi è un atto criminale a danno della comunità – si legge ancora-, che comporta conseguenze ambientali ed economiche, oltre ai rischi per le persone e gli animali. Ecco perché il Comune si è costituito parte civile. Un risultato che è frutto di un grande lavoro di squadra e di una rete di collaborazione istituzionale e civile che ha permesso di difendere il territorio e garantire giustizia. L’amministrazione comunale ringrazia la Regione Toscana, intervenuta per sedare gli incendi, i Carabinieri Forestali coinvolti nelle indagini, nonché la Municipale e l’associazione di volontariato la Racchetta di Gaiole in Chianti”.