Alessandra Belardini, dalla polizia ai libri: il suo “Saponette” presentato al pubblico e vola al Salone di Torino

“Saponette” (Betti editrice)  il primo libro di Alessandra Belardini nata con la divisa della polizia è stato presentato sabato pomeriggio ad Abbadia Isola in una sala gremita. Accanto all’autrice il sindaco di Monteriggioni Andrea Frosini intervenuto a titolo personale vista la lunga amicizia con Alessandra, Nunzia Ciardi amica e collega della scrittrice e l’editore. Nelle prime file i suoi due figli Alberto e Adriana “che sono la mia vita”.

In 253 pagine “Saponette” diventa per Alessandra l’amico cui affidare il suo essere, un compagno di viaggio silenzioso e forse proprio per questo capace di abbracciare senza dare giudizi le difficoltà, i rimorsi, i momenti felici e quelli tristi di una donna che ha vissuto mille vite. La Belardini nasce a Roma è molto giovane quando arriva alla questura di Siena; è in quel momento che sceglie di abitare a Monteriggioni perché come lei ha affermato “è il mio posto fisso nel mondo”. Entra in polizia nel 1996 e gira tutta l’Italia ricoprendo vari incarichi. Nel 2013 entra a far parte della polizia postale e attualmente è dirigente del Centro operativo per la sicurezza cibernetica del Lazio.

“Alessandra – ha sottolineato il sindaco – è capace di regalare affetto e di riceverlo vista la presenza di quanti (e sono davvero tanti) sono qua oggi pomeriggio. Mentre si susseguono gli interventi guardiamo con attenzione la copertina del libro, Monteriggioni si apre in tutta la sua bellezza e tra i colori (il verde di questa terra e il blu della divisa della polizia come sottolineato dalla scrittrice) tante piccole bolle di sapone che segnano i primi passi di un viaggio non immaginario. La Belardini ha solo dato nomi di fantasia ai protagonisti per il resto è uno spaccato di vita reale affrontato con consapevole coraggio. È la terapia dello scrivere: un foglio bianco che lentamente prende vita attraverso le parole e nel rileggerle il passo si fa spedito e la salita sembra meno faticosa. A confermare, almeno in parte, questa chiave di lettura è la stessa Alessandra nel momento in cui afferma di aver scritto  il libro “per me stessa per liberarmi di tante cose”, poi il discorso scivola sulle amiche e colleghe di una vita Alessandra e Donata e le definisce “il mio salvacondotto in questi anni difficili”.

 

Difficile è stato per chi scrive mettere da parte affetti e ricordi e raccontare questo pomeriggio ad Abbadia Isola con “Saponette” di Alessandra Belardini. Tante le cose  accadute in quei lontani anni senesi: eravamo su due sponde diverse, lei poliziotta io giornalista, ma guardavamo lo stesso fiume e avevamo gli stessi obiettivi: la verità e la giustizia. Nulla è cambiato da allora tant’è che il ricavato del libro sarà devoluto ad un’organizzazione che lotta per far uscire i giovani dal tunnel della ludopatia. Il libro, tra l’altro, sarà presentato il 10 e l’11 maggio al salone di Torino. Dunque la Belardini non si ferma tant’è che confessa di aver già scritto il seguito di “Saponette”. Condivido, non si può smettere all’improvviso e abbandonare l’intrigato mistero di scrivere, soprattutto quando come diceva Kafka “un libro diventa un’ascia per rompere il mare ghiacciato che è dentro di noi”.

Cecilia Marzotti