“Siena, da quel che mi hanno detto mi pare una buona università. Ovviamente io vorrei entrare in un ateneo diverso. Spero di entrare a Roma o comunque in una città un po’ più grande”. Sono queste le parole di Viola Perera, una dei 718 ragazzi che questa mattina hanno sostenuto il test di ingresso per essere ammessi alla facoltà di medicina. Un opinione, quella di questa ragazza originaria di Grosseto, che in realtà è condivisa da molti. A lei fa eco, per esempio, Francesco Terrazzi che dice: “Siena non è la mia prima opzione, che è Bologna. Ho fatto questa scelta sulla base dei dati Censis”.
Bologna risulta fra le mete più ambite, ma i ragazzi non disdegnano neanche opzioni come Firenze o Perugia. L’università di Siena rimane molto forte tra i ragazzi nati e cresciuti nella città del Palio, come Eleonora, Giulia e Maddalena, compagne di classe da una vita e che oggi hanno tentato insieme la prova. La nostra città si deve accontentare di essere la seconda o terza scelta, cosa che peraltro le capita di frequente. In questo senso, stando alle dichiarazioni dei ragazzi, è la vicinanza alle loro case il fattore principale. Bisogna infine precisare che, al contrario del pre-pandemia, la sede dove si svolge il test non è più discriminante: gli iscritti si sono dovuti andare nella sede indicata dal ministero.
In merito alla prova, questa mattina si registravano “ansia e terrore”, per usare le parole di Alessia e Linda, non è mancato chi si diceva fiducioso, anche se qualcuno ha confidato di “non avere alcuna aspirazione per evitare delusioni”. In generale, quello che spinge i ragazzi a intraprendere questo lungo e difficoltoso cammino è la voglia di essere utili. “Penso che il motivo per cui le persone devono provare il test è quello di aiutare la gente” racconta Andrea Cavigli, mentre è più pragmatico Pietro che spiega: “La cosa è molto soggettiva, chiaramente per tanti ragazzi vale la sicurezza lavorativa che dà”.
Umore dei ragazzi che nel pomeriggio è calato, avendo constatato una difficoltà della prova inaspettata. A fare alzare le sopracciglia degli studenti è stata perlopiù la parte di biologia, ma non manca chi si è detto preoccupato da fisica o matematica. “Il test era più complesso rispetto allo scorso anno – spiega Carlo Franci, originario di Torrita di Siena – nelle parti di biologia e chimica”. “Per me, biologia è stata devastante” chiosa infine, Duccio Cazzavacca, che però aggiunge: “Restiamo sempre fiduciosi”.
Emanuele Giorgi
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