Leggo nelle pagine di cronaca che in tre classi di un istituto scolastico veneziano è partita una sperimentazione volta a lenire le crisi d’ansia degli studenti. La strategia adottata, con il benestare di genitori e insegnanti, consisterebbe nel sostituire i classici voti scolastici con giudizi meno impietosi.
L’ansia degli studenti a scuola è un problema comune che colpisce molti giovani in tutto il mondo. L’istruzione è un aspetto cruciale della vita di una persona e gli studenti spesso sentono la pressione di raggiungere risultati eccellenti, nel migliore dei casi, per garantirsi un futuro migliore. Tuttavia, a causa della forte competizione e delle aspettative elevate, molti studenti possono sviluppare ansia e stress, che possono interferire con il loro apprendimento e benessere psicologico. In questo contesto, come citato in apertura, alcune proposte volte a eliminare i voti scolastici stanno guadagnando popolarità.
Ci sono diverse ragioni per cui queste proposte potrebbero sembrare attraenti. In primo luogo, i voti scolastici possono mettere a dura prova la salute mentale degli studenti, causando ansia e stress. Inoltre, i voti possono essere soggettivi e non rappresentare sempre in modo accurato le capacità degli studenti. Tuttavia, dal mio punto di vista, eliminare i voti scolastici non risolverebbe necessariamente il problema dell’ansia degli studenti e potrebbe addirittura avere conseguenze negative. In primo luogo, i voti scolastici sono uno strumento importante per misurare le prestazioni degli studenti e valutare la loro conoscenza e abilità in diverse materie. Senza i voti, gli studenti potrebbero non avere un incentivo sufficiente per impegnarsi nello studio e migliorare le loro capacità.
Inoltre, i voti scolastici sono importanti per il processo di selezione universitaria e per l’ingresso in molte carriere. Infine, il voto è espressione di un giudizio che indica chiaramente un concetto fondamentale, utile non solo a scuola ma nella vita: se fai, ottieni, se non fai, non ottieni. Per questi motivi è importante trovare modi per ridurre l’ansia degli studenti a scuola senza però, dal mio punto di vista, eliminare i voti scolastici. Una soluzione potrebbe essere quella di adottare un approccio più equilibrato alla valutazione degli studenti, che tenga conto non solo dei voti sulle singole prestazioni, ma anche di altre forme di valutazione, come la partecipazione in classe, la presentazione di progetti, le abilità relazionali, e non per ultima di importanza, la passione che mettono in ciò che a loro interessa.
In questo modo, gli studenti avrebbero la possibilità di dimostrare le loro capacità in diversi modi, senza sentirsi ingabbiati in un voto numerico che comunque, ribadisco, bene che ci sia. Inoltre, gli insegnanti e i genitori possono svolgere un ruolo importante nel supportare gli studenti che affrontano l’ansia a scuola. Ci sono diverse strategie che possono essere utilizzate per aiutare gli studenti a gestire lo stress, molte delle quali sono ben descritte dal mio collega Alessandro Bartoletti nel testo “Lo studente strategico”.
Inoltre, è importante che gli insegnanti adottino un approccio collaborativo e di supporto con gli studenti, incoraggiandoli a impegnarsi nello studio e a fare del loro meglio, senza mettere troppa pressione sul risultato finale ma puntando a far emergere le loro passioni. In sintesi, l’ansia degli studenti per i voti a scuola è un problema diffuso ma come un’antica saggezza sumera insegna: “la paura guadata in faccia si trasforma in coraggio, la paura evitata in timor e panico”. Loro lo avevano capito migliaia di anni fa. Loro.
Jacopo Grisolaghi – Psicologo e Psicoterapeuta Ufficiale del Centro di Terapia Strategica – www.jacopogrisolaghi.com