A qualche ora dalla decisione del Governo di porre alcune regioni in zona gialla, interviene Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana. Il governatore non si ritiene assolutamente soddisfatto della decisione presa dall’Esecutivo sul fatto di non porre anche la Toscana tra le regioni in zona gialla. Addirittura parla di disparità tra regioni.
“Si crea una disparità di trattamento, ci sono ragioni che sfiorano i 4mila contagi e già si trovano in zona gialla, e noi che abbiamo un livello di contagi intorno ai 500 ci troviamo ancora in zona arancione – dice -. Non è solo una questione di contagi ma anche di occupazione ospedaliera: abbiamo diminuito drasticamente la pressone nei nostri reparti Covid. Inoltre, abbiamo implementato i posti negli ospedali per far fronte all’emergenza sanitaria. Allora perchè la Toscana è arancione? Mi è stato risposto che si deve essere rigidi e aspettare tre settimane prima di cambiare fascia. A mio avviso questo metodo è sbagliato, perchè aspettare quando le regioni dimostrano di avere un tangibile calo dei contagi?”.
“Sulle orme di questa giustizia mi sento di fare un appello al Governo: non aspettate la fine della prossima settimana, urge riunirsi prima e analizzare i dati delle regioni ancora in zona arancione e eventualmente decidere se sia il caso di cambiare zona già a partire dall’inizio della prossima settimana – conclude -. Infine, mi appello ai cittadini toscani: voglio ringraziarvi per la pazienza, per il grande rigore e comportamento che avete tenuto in questi mesi, portando la Toscana ad avere dati, sul livello di contagi, ottimi”.
Sull’argomento è intervenuto anche il vice-presidente del consiglio regionale Stefano Scaramelli. “Serve spiegare perché la Toscana resta arancione. Il periodo di 14 giorni per le misure di classificazione può essere derogato, perché non è stato fatto?”. Per Scaramelli oltre al Ministro Speranza anche il Presidente del Consiglio deve spiegare “numeri e rilievi scientifici” oltre a fare “dirette Facebook”.
“A rischio – continua Scaramelli – oltre 20 mila imprese della ristorazione e con loro esercizi di vicinato, attività al dettaglio, negozi all’interno dei centri commerciali, un danno economico senza precedenti e senza i debiti ristori per il mancato passaggio in giallo”.
Per il vicepresidente del Consiglio regionale nel mancato passaggio in area gialla, c’è “totale assenza di rispetto verso le istituzioni, verso la Regione Toscana, la sua storia, la sua identità e la libertà di impresa. A pagare il costo più alto, con le imprese e i lavoratori, saranno le famiglie meno abbienti e quelle più giovani colpite con un’intensità doppia rispetto alle famiglie più anziane. Un aspetto che non può non essere tenuto in considerazione, insieme ai dati e ai parametri. I lavoratori più giovani sono quelli che avranno più difficoltà ad affrontare la fase successiva, quella in cui molte imprese rischieranno di chiudere o di ridurre i livelli occupazionali per il prolungamento delle misure restrittive”.