Siena

Toscana, la giunta regionale definisce organizzazione e compiti per le Centrali operative territoriali

La giunta regionale mette nero su bianco come dovranno essere organizzate, gestite e quali funzioni dovranno avere le Centrali operative territoriali (cosiddette Cot, ndr.) che, assieme a case ed ospedali di comunità, sono uno dei pilastri della nuova assistenza sanitaria sul territorio che si sta organizzando. Con una delibera presentata dall’assessore al diritto alla salute, la giunta ha infatti fissato linee di indirizzo comuni a tutte le Asl, che entro giugno dovranno attivare le centrali sul territorio.

Funzioneranno sette giorni su sette – alle Cot di zona supplirà nei festivi la Cot aziendale – e il loro compito sarà quello di prendere in carico i cittadini che escono dall’ospedale ma continuano ad avere bisogno di assistenza sul territorio e di guidarne altri che nel territorio devono trovare i loro percorsi di assistenza. Una funzione strategica, secondo il presidente della Regione Toscana e l’assessore, per una sanità sempre più diffusa e vicina a chi ha bisogno, anche grazie alle nuove tecnologie e all’integrazione tra professionisti diversi.  Non a caso nelle linee di indirizzo, funzionali ad attivare servizi standard e qualitativamente omogenei in tutti i territori, si parla anche di telemedicina e particolare attenzione è dedicata ai percorsi di cura ed assistenza dei pazienti che soffrono di patologie croniche.

Di Cot ne dovranno essere attivate trentasette in Toscana, almeno una per ogni zona distretto, con la funzione appunto di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi offerti dalla sanità territoriale, facendo da interfaccia con gli ospedali e la rete di emergenza-urgenza. Si tratta di una rivoluzione, ma la Toscana non parte da zero. Come si ricorda infatti all’assessorato al diritto alla salute, ci si potrà basare sull’esperienza delle agenzie di continuità ospedale-territorio. I professionisti della Cot lavoreranno a stretto contatto con gli specialisti e i medici di medicina generale per assicurare continuità e appropriatezza delle cure ai pazienti. Nella squadra di ogni centrale è prevista la presenza di infermieri, un coordinatore infermieristico e personale di supporto, oltre ad un medico di comunità, un assistente sociale ed eventualmente un fisioterapista.  Su singoli casi potrà essere chiesto il supporto di altre figure.

Le centrali coordineranno la presa in carico della persona tra i servizi e i professionisti sanitari coinvolti, garantiranno attività di integrazione e supporto nei processi di transizione dei pazienti, faranno da collegamento con la rete dei professionisti dell’assistenza territoriale mettendo loro nella condizione di ricevere tutte le informazioni necessarie per la presa in carico, monitoreranno la disponibilità di servizi e strutture per facilitare l’ammissione e la dimissione verso strutture intermedie o a domicilio, si coordineranno con il medico di famiglia per definire il percorso del paziente, lo monitoreranno nei passaggi da un un livello clinico ad un altro o, in presenza ad esempio, di un bisogno sanitario, attiveranno direttamente i servizi o le reti più idonee a fornire una risposta adeguata.

emanuele giorgi

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