“Tra Arte e Plagio”, il Santa Maria della Scala racconta l’uso commerciale delle immagini di Palio e Contrade

Le cartoline di Asti medievale, le riprese di alcuni film fino ad arrivare ad una bambola raffigurante un monturato della contrada della Tartuca con in mano una bandiera dell’Aquila. Beni pregiati e puri memorabilia insomma, documenti che danno l’idea dell’utilizzo indiscriminato dell’immagine di Palio e Contrade, talvolta squisitamente pubblicitario, attraverso messaggi corretti ma anche discutibili nella forma e nei contenuti.

Tutto questo è esposto nella mostra “Tra Arte e Plagio. Il fascino delle contrade” organizzata nella sala Italo Calvino del Santa Maria della Scala. A metà del 1900 la produzione di oggetti legati in qualche modo al mondo del Palio tocca il limite del plagio e della contraffazione e quindi lo scopo della mostra è spiegare l’impatto che questo atteggiamento ha avuto sui senesi e raccontare il messaggio distorto che è arrivato ed è stato compreso da chi non conosceva la cultura e la storia della città .  “Tra Arte e Plagio. Il fascino delle contrade” evidenzia ancora di più gli effetti di un uso non corretto “dell’immagine, delle insegne, degli stemmi, degli emblemi, delle armi e armature, di bandiere, gonfaloni, costumi, vestiario, gualdrappe e colori e quant’altro fa parte del patrimonio delle Contrade e del Palio di Siena e viene utilizzato dalle Contrade e dal Comune di Siena”, lasciando intuire come e perché si sia arrivati nel 1981 alla costituzione del Consorzio.

Il percorso di visita è organizzato cronologicamente in 5 sezioni: 1870-1919 (manifesti, verbali del Magistrato delle Contrade, cartoline pubblicitarie, souvenir); 1920-1939 (manifesti, calendari, ceramiche, prime brochure divulgative, bambole, volumi pregiati); 1940-1959 (ancora cartoline, ceramiche, materiale pubblicitario, confezioni “paliesche” di prodotti dolciari e non solo); 1960-1969 (calendari, manifesti, pubblicità, e la più varia oggettistica, da bottiglie a scatole di fiammiferi e bandierine stampate); 1970-1981 (oltre a calendari, manifesti e pubblicità sempre più numerose, ceramiche ed altra oggettistica, materiali riguardanti la richiesta sull’Expo di Osaka, il manifesto del Palio di Avigliana, la cartolina del Palio di Asti). Un’apposita sezione è dedicata ai video, con filmati d’epoca, anche inediti, e spot pubblicitari.

“L’abbiamo organizzata perché volevamo fare capire l’evidente evoluzione nella sensibilità del contradaiolo sull’argomento Palio. Nel 1900 il senese era fiero ed orgoglioso che Siena venisse presa da esempio, oggi invece c’è una gelosia molto marcata”, spiega il presidente del Consorzio Gianni Morelli che aggiunge: “l’esposizione è dedicata ai giovani ed è un modo per conoscere meglio come erano le contrade negli anni 60 e 70. E’ una mostra per tutti, senesi e non senesi. Ai contradaioli che non passano da qui dico: “Vi perdete qualcosa”.

’Tra arte e plagio’, che ha il patrocinio del Comune, dell’Accademia Chigiana e del Magistrato delle contrade, è stata curata da Laura Brocchi, con l’ausilio del Comitato scientifico formato da Dario Di Prisco, Alessandro Ferrini, Pier Luigi Millozzi, Cecilia Rigacci e Francesco Tiravelli. “L’esposizione racconta come è stata rappresentata Siena, il Palio e le contrade al di fuori della nostra città. Il Consorzio per la Tutela del Palio è nato perché si stava iniziando ad abusare dei simboli delle nostre contrade e c’era il bisogno di un organismo che le potesse tutelarle”, così Laura Brocchi.