È finito in carcere A.S., 44enne originario della provincia di Napoli ma da tempo residente a Chianciano Terme. Infatti, sono durati meno di due settimane gli arresti domiciliari disposti dal Gip di Siena, Jacopo Rocchi, nei confronti del promotore dell’associazione per delinquere che aveva creato un hub dell’immigrazione clandestina nel territorio senese. Come noto, il 6 marzo scorso, ricevuti i provvedimenti dell’autorità giudiziaria, è stato condotto un vasto intervento di Polizia coordinato dalla locale Procura volto a disarticolare un sodalizio radicato nella cittadina di Chianciano Terme dedito tra l’altro ad agevolare la permanenza di stranieri irregolari sul territorio dello Stato. Il 44enne aveva proseguito l’attività come se niente fosse.
L’intervento, condotto nelle province di Siena, Firenze, Arezzo, Mantova, L’Aquila e Viterbo aveva visto impiegati oltre 100 militari del Corpo della Guardia di Finanza e si era concluso, oltre che con l’esecuzione delle misure cautelari personali, anche con il sequestro delle quote societarie della società utilizzata per offrire prestazioni lavorative e la nomina di un amministratore giudiziario in grado di farne proseguire la gestione. L’attività nel suo complesso ha permesso di rinvenire e sottoporre a sequestro copiosa documentazione contabile ed extracontabile, somme contanti detenute in buste destinate al pagamento degli stipendi delle badanti impiegate in nero, telefoni cellulari, personal computer. In sede di esame del materiale cartaceo acquisito e di riscontri sul territorio, al fine di cristallizzare le posizioni delle badanti impiegate i Finanzieri della Tenenza di Montepulciano hanno rilevato che, noncurante della misura restrittiva disposta, in particolare del divieto di intrattenere comunicazioni, con qualsiasi modalità, con soggetti diversi da quelli stabilmente conviventi e dell’avvocato difensore e del sequestro delle quote societarie con affidamento ad un amministratore giudiziario, A.S., ritenuto a capo dell’associazione a delinquere, non aveva per nulla interrotto la sua attività lavorativa durante la permanenza ai domiciliari comportandosi come se nulla fosse accaduto.
Dal portale Fatture e Corrispettivi i Finanzieri hanno potuto rilevare che già all’indomani dell’esecuzione della misura A.S. si era fatto “parte diligente”, benché destituito dalla carica di amministratore, di richiedere il pagamento a quattro famiglie, mediante emissione di 4 distinte fatture per un totale di oltre 2.500 euro, del corrispettivo dell’attività lavorativa svolta dalle badanti in favore degli anziani congiunti.
Non basta, durante il periodo di detenzione ai domiciliari A.S. aveva peraltro inviato una mail al commercialista della società chiedendo di procedere al licenziamento di oltre 150 unità lavorative già assunte e nel contempo ad assumerne una nuova. La mail acquisita dai Finanzieri di Montepulciano ed inviata in Procura ai fini dell’aggravamento della misura, ha rappresentato il punto di non ritorno che ha indotto in ultima analisi il GIP adito ad emettere un provvedimento ulteriore, che ha disposto la traduzione in carcere del quarantaquattrenne chiancianese al fine di inibirne definitivamente lo svolgimento delle attività. L’aggravamento della misura, segna un punto importante nello svolgimento dell’attività di servizio che, sotto il coordinamento della locale Procura, dovrà far luce, attraverso lo studio della documentazione e dei supporti informatici, sull’entità effettiva delle attività illecite poste in essere.
Alle ore 16.30 di sabato scorso, 18 marzo, i Militari della Guardia di Finanza si sono presentati a casa dell’uomo e lo hanno condotto nel carcere di Siena a disposizione dell’autorità giudiziaria. Coerentemente alle linee di indirizzo impartite dall’Autorità di Vertice del Corpo l’attività testimonia, ancora una volta, il costante presidio e lo sforzo quotidiano attuato dalle Fiamme Gialle senesi su tutto il territorio di competenza a tutela della legalità e, soprattutto in questo particolare momento storico, del contrasto a tutti quei fenomeni criminali connessi all’immigrazione che costituiscono ostacolo allo sviluppo di una società più equa ed attenta ai bisogni di ciascuno, in modo particolare di chi, per questioni di lingua e nazionalità, versa in condizioni di fragilità