Trattoria Dino compie 50 anni e la storia del locale nel Casato di Sopra rispecchia a pieno Siena e la senesità.
Era il 1973 quando i coniugi Roberto Mazzini e Donatella Fusai diedero vita alla trattoria: l’idea era quella di offrire ai senesi una vera e propria seconda casa, in cui si potevano gustare i cosiddetti piatti della nonna – tutto rigorosamente proveniente dall’orto di casa e dagli animali dell’aia quando il km zero non era una moda ma una necessità – , come per esempio il fritto (da sempre un must del posto) e la pasta fatta in casa, il tutto accompagnato da un buon bicchiere di vino.
Casa e bottega, con una spiccata personalità che i coniugi mettevano nella gestione del locale, insieme a Silvana – la mamma di Roberto – e, negli anni, al figlio della coppia: Mirco, che con la sua simpatia riusciva sempre a creare un clima conviviale durante le serate.
Purtroppo quella magìa è venuta a mancare con la scomparsa prematura di Roberto e la decisione di Donatella e di Mirco di dare un seguito alla storia familiare ma non in prima persona.
Dall’anno scorso, il ristorante è stato preso in gestione da due ragazzi di Sovicille, con l’obiettivo di mantenere la tradizione e l’atmosfera di un tempo: si chiamano Mauro Tabarez e Manuel Rustici.
“Dopo la morte di Roberto, avvenuta due anni fa – spiega Tabarez –, il luogo aveva perso un po’ di quella magia, per questo con il mio socio abbiamo deciso di prendere trattoria Dino in gestione. Roberto e Donatella erano le colonne portanti e noi cerchiamo di mantenere il loro spirito, portando anche qualche tocco di novità”.
Tra i particolari del locale, non resta inosservata la cantina, luogo importante anche per la sua storia; infatti, come narrato più volte dalla famiglia Mazzini, la cantina era un luogo strategico per i giorni di Palio, quando le dirigenze potevano trovarsi e parlare senza farsi vedere e sentire.
Un luogo mitico, dunque, che nonostante i 50 anni di storia, continua ad avere riscontri e apprezzamenti dai senesi di ogni generazione e da tantissimi visitatori che cercano la trattoria perché incuriositi dai numerosi riconoscimenti ottenuti negli anni.
“Ci fa molto piacere – commenta Manuel Rustici -, vedere che ancora oggi moltissimi senesi, di ogni età, continuino a frequentare il ristorante e a respirare sempre quell’atmosfera casereccia, partita e poi tramandata da Donatella Fusai e Roberto Mazzini”.
Pietro Federici
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