Siena

Trecento volte Mario Nuti: la storia di un bomber senza tempo

L’ultimo grande attaccante italiano a raggiungere quota 300 gol è stato Francesco Totti: era il 2016 e da lì, nessun centravanti azzurro è riuscito a toccare quella cifra. Qui a Siena però, nelle categorie dilettantistiche, un ragazzo di 40 anni è riuscito a prendere l’eterno capitano della Roma: si chiama Mario Nuti, attaccante del Castelnuovo Berardenga, che qualche domenica fa, grazie ad una doppietta contro il Pievescola è arrivato a trecento. Un traguardo passato in sordina, ma che sottolinea la grandezza e la passione di una persona, che nonostante il passare del tempo, trova ancora gli stimoli per svegliarsi la domenica mattina e scendere in campo.

“Non mi ero mai prefissato di arrivare a trecento reti – commenta Mario Nuti, attaccante del Castelnuovo Berardenga -, anche perché per cinque anni sono stato fermo e quest’anno, quando ho deciso di ripartire mi sono accorto che ero vicinissimo ai trecento centri. È stata una grande soddisfazione, ma non sono solo i gol che mi fanno andare avanti, bensì il senso di gruppo, l’amicizia e lo spogliatoio. Queste caratteristiche sono il cuore pulsante del calcio e quando si gioca a questi livelli, senza la presenza dei soldi, è tutto più bello”.

Un bomber di razza che ha militato in molte squadre della provincia, tra la terza e la seconda categoria, spesso vincendo. Dall’Uopini, sua prima squadra tra i ‘grandi’ al Berardenga , passando per l’Asta, il Mazzola, il Pianella, il Tressa, il Geggiano, il Castellina Scalo, per poi tornare a Castelnuovo. Reti su reti, in qualsiasi squadra militasse, deliziando anche il pubblico con delle vere e proprie perle.

“Ogni gol ha la sua storia – spiega Nuti –, ma il più bello è, senza dubbio, quello che segnai in rovesciata allo stadio di Pianella, quando giocavo nell’Asta Taverne, in una sfida di campionato contro l’Asinalonga. Devo dire, comunque, che ho avuto la fortuna di vivere tanti momenti belli: tra i gol, le vittorie e le promozioni, ho vissuto dei momenti magici, che avrei voglia di rivivere”.

Sono storie di passione e di tanto impegno. Sono storie che si perdono tra i campi spelacchiati in mezzo ai boschi, tra gli allenamenti notturni dopo una lunga giornata passata a lavoro. Sono quelle storie raccontate e vissute da chi è rimasto sognatore e Mario Nuti ne è stato un protagonista assoluto.

“Sono orgoglioso di questo cammino, intrapreso molti anni fa. – conclude Mario Nuti -. Il fatto che gli sportivi della provincia ancora oggi parlino di me è segno che forse qualcosa di buono ho fatto, non dal punto di vista delle prestazioni sul campo, ma dal punto di vista della persona. Devo ringraziare tutti i compagni che ho avuto negli anni e tutte le persone che mi sono state vicine, perché senza di loro non avrei raggiunto tali risultati”.

Pietro Federici

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