
Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per tre ragazzi casertani ed obbligo di dimora nel comune di residenza per due di loro: a dare esecuzione della misura cautelare sono stati i carabinieri di Montalcino in collaborazione con gli uomini dell’Arma di Mondragone.
Il provvedimento è stato emesso dal Gip del tribunale di Siena all’esito l’attività investigativa dei militari ilcinesi, diretta dalla procura di Siena. Secondo l’ipotesi accusatori gli indagati sono indiziati, in concorso tra loro, di reati di truffa aggravata e furti in abitazione che sarebbero stati commessi il 5 marzo a San Quirico d’Orcia.
Noto il modus operandi e già riscontrato i numerosi casi denunciati sia nella nostra provincia che nel resto d’Italia: un finto maresciallo dei carabinieri contatta al telefono la vittima, generalmente una persona anziana, e comunica che un congiunto ha causato un grave incidente e che si trova in una caserma dell’Arma in stato di fermo o di arresto.
Il truffatore aggiunge che per rimettere in libertà il parente è necessario versare una cospicua somma di denaro, di diverse migliaia di euro, a titolo di cauzione e che a breve sarebbero passati nell’abitazione della potenziale vittima a ritirare la somma.
Questa, secondo l’ipotesi accusatoria, è la modalità con cui è stato commesso il colpo anche a San Quirico d’Orcia il 5 marzo scorso: i malfattori dopo aver fatto ingresso in casa dell’anziano uomo designato come vittima, con gli artifizi e raggiri descritti, si facevano consegnare tutto il contante in suo possesso ed alcuni oggetti personali di valore.
Nella circostanza, i malviventi hanno sottratto anche un mazzo di chiavi tra cui quella dell’autovettura della vittima a bordo della quale, prima di portarla via, hanno caricato, inoltre, alcuni utensili presenti nel garage.
Si sono poi recati all’abitazione della figlia dell’anziano dove hanno tentato, senza riuscirvi, di entrare in casa con le chiavi del mazzo che avevano precedentemente asportato.
Grazie alle fondamentali segnalazioni al 112 e al contributo da parte della collaboratrice domestica della vittima e di alcuni concittadini che avevano notato i movimenti sospetti dei malfattori, i carabinieri, dopo accurate indagini, sono riusciti a risalire al mezzo adoperato dagli indagati per compiere l’attività delittuosa nonché alla loro identità.