Giusto ieri i soliti ignoti hanno perpetrato una truffa ad una signora anziana di Buonconvento, le hanno portato via soltanto 50 euro, un tentativo analogo, fortunatamente andato a vuoto, è stato compiuto a Poggibonsi. Nel 2017 i Carabinieri hanno identificato e denunciato ben dieci truffatori per situazioni analoghe. Questi fenomeni si verificano ad ondate e probabilmente, dopo un lungo periodo di quiete, i malfattori hanno ripreso a puntare il nostro territorio. I nostri anziani non s’aspettano che qualcuno se la possa prendere proprio con loro e dobbiamo metterli in allarme. Certo la loro disponibilità a parlare con chiunque deriva da un’educazione di base che li conduce in quella direzione e talvolta da un senso di solitudine che interviene comunque con l’andare degli anni, perché tanti amici non ci sono più, perché figli e nipoti hanno una loro vita che prevale su qualunque altra esigenza. Da tempo i Carabinieri della Provincia di Siena vanno effettuando conferenze sul tema, spiegando tecniche e modus operandi adottati dai truffatori. In realtà la questione è semplice ed intuitiva: non ci si deve fidare di nessuno, in particolare di chi chiede soldi raccontando storie pietose, o affermando di agire per scopi benefici in nome e per conto di enti pubblici, che mai e poi mai potrebbero riscuotere denaro contante casa per casa. Il classico degli ultimi tempi è la telefonata con la quale un sedicente carabiniere o avvocato informa la vittima di un presunto incidente occorso ad un di lui familiare. Da tale notizia, che getta l’anziano nel panico, deriva una successiva richiesta di denaro e il fatto che si preannunci che a momenti qualcuno passerà a casa per riscuotere quel denaro. Per pagare e per morire c’è sempre tempo. Sicuramente c’è il tempo per chiamare familiari, amici e magari, anzi soprattutto, i Carabinieri. Esiste un numero di emergenza al quale qualcuno deve rispondere giorno e notte ed è il 112. A chiamarlo non si disturba mai. Anzi i Carabinieri saranno ben felici di rispondere e dare delle indicazioni, recriminando anzi assai spesso sul fatto che nessuno si sia preso la briga di metterli in allarme per tempo. Se poi si è trattato di un falso allarme sarà solo l’ennesimo, pazienza. Occorre dunque che ognuno sensibilizzi i propri anziani, li metta in allarme perché il pericolo di truffe è reale e non ci si può fidare di nessuno. Al minimo dubbio debbono chiedere ausilio senza pensare di poter essere compatiti per questo, lo devono fare. Anche gli organi di informazione hanno fornito e stanno fornendo un grande contributo del quale si cominciano a raccogliere i frutti in termini di attenzione collettiva.