Truffe agli anziani, sgominata la banda che operava a Siena e provincia con il “falso avvocato”

Il modus operandi era il solito: la tecnica del falso avvocato e del falso carabiniere. Ma nonostante il fatto che il metodo fosse conosciuto, una banda di quattro uomini ed una donna, giovani campani che avevano un’età compresa tra 20 e 35 anni, era riuscita a mettere a segno più di dieci truffe nei confronti di anziani e fasce deboli residenti in tutta la provincia di Siena.

Alla fine però sono stati scoperti grazie ad un’efficace attività d’indagine, che è partita nel marzo del 2022 da un’analisi dei carabinieri di Siena e che ha visto, grazie al lavoro svolto dalla Procura della Repubblica coordinata dal procuratore Nicola Marini, la convergenza investigativa della squadra mobile della polizia di Siena,

Per quattro persone della banda quindi il Gip del Tribunale di Siena ha disposto, su richiesta del pm Siro De Flammineis, la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel territorio dei rispettivi comuni di residenza. A due persone inoltre viene anche contestato il reato di estorsione.  I provvedimenti sono stati eseguiti il 6 giugno.

Le indagini hanno permesso di ricostruire le azioni del sodalizio e di identificare i membri dello stesso gruppo. Come detto il modus operandi era quello del falso avvocato e del carabiniere: la vittima riceveva la chiamata da parte di uno sconosciuto che, dopo essersi qualificato come congiunto, comunicava che un suo parente si trovava in caserma, dopo aver causato un grave incidente. Per liberarlo, veniva spiegato dal presunto legale, era necessario versare una somma di denaro cospicua.

 

 

Per isolare il truffato dal mondo esterno poi il falso avvocato chiedeva il telefono del malcapitato e sosteneva che questo servirà per metterlo in contatto con il maresciallo che si stava occupando del caso. Ecco dunque che il finto militare chiamava, precisando che da lì a poco sarebbe arrivato un collaboratore al quale la vittima avrebbe dovuto dare soldi e gioielli. Cosa quest’ultima che poi effettivamente sarebbe accaduta: il collaboratore si presentava nell’abitazione della vittima e riceveva quanto richiesto dal falso maresciallo.

Fatto ciò il gruppo scappava, contando su mezzi noleggiati da terzi o da società compiacenti, e le indagini per identificarli si rendevano così complicate. La refurtiva che riuscivano a prendere invece andava da un minimo di 500 ad un massimo di 7mila euro. “Chiaro è – ha detto Marini – che il metodo attraverso il quale si spinge queste persone a dare il denaro e quanto c’è di valore nella casa è quello dell’intimidazione”.

Determinante è stato il sistema di videosorveglianza del nostro territorio (“quello senese è di ottimo livello”, ha puntualizzato il tenente colonnello Gennaro Nasti, vice comandante dei carabinieri di Siena che ha guidato l’operazione) che ha permesso di riconoscere i veicoli dei truffatori, di intercettare un’auto, che era stata già precedentemente segnalata per commettere le truffe – sia a Siena che a Chiusi -, e arrestare le due persone che erano a bordo. Da qui sono scattate ulteriori indagini che hanno portato a individuare i componenti della banda e a raccogliere  gravi elementi indiziari in ordine ai reati di estorsione e truffa.

Le operazioni sono state spiegate oggi nel dettaglio in una conferenza in Procura. L’iniziativa è stata anche l’occasione per lanciare nuovamente un monito ai cittadini per stare in guardia contro le truffe. Perché anche se l’attività di contrasto porta a dei risultati il fenomeno resta purtroppo capillare nel nostro territorio. Ed un elemento che argina i malviventi è un gioco di squadra a cui non partecipano solo le forze dell’ordine ma anche gli anziani informati. “Durante le indagini abbiamo visto che una delle persone offese ha fatto abbassare la mascherina ad uno degli autori delle truffe. E in questo modo lo ha riconosciuto”, ha detto Siro De Flammineis.

Di primaria importanza resta però anche l’attività di prevenzione fatta dalle forze di polizia. “Ecco perché ci muoviamo nelle case degli anziani e facciamo informazione anche nelle contrade”, ha aggiunto Riccardo Signorelli, dirigente della squadra mobile di Siena.

MC