Continuano a verificarsi delle truffe online, vero flagello che si fonda però, occorre dirlo, sull’ingenuità delle vittime e sulla loro ricerca dell’affare ad ogni costo, da ricercare fra le occasioni proposte su siti più o meno affidabili. Due di queste truffe sono state scoperte in settimana e oggi denunciate dai Carabinieri della Compagnia di Siena alla locale Procura della Repubblica.
In un primo caso il denunciato è un 50enne grossetano, residente a Murlo, già titolare di una società di autonoleggio operante in Provincia. Pur avendo da tempo cessato l’attività , questi ha lasciato in giro su varie piattaforme telematiche delle proposte per il noleggio di auto e minibus, nelle quali è incappato un cittadino che ha prenotato, con tanto di pagamento di caparra per 600 euro, un furgone da 9 posti da affittare in occasione di un matrimonio. Pagato l’anticipo il furgone non si è mai visto. L’ex imprenditore nei trasporti, ricevuto indebitamente quel denaro, non lo ha più restituito. L’artifizio truffaldino ha dunque funzionato e i soldi sono stati percepiti. Individuato dai Carabinieri, l’uomo dovrà pertanto rispondere di truffa aggravata in sede giudiziaria.
In un secondo caso, una coppia di giovani coniugi senesi, nel ricercare un’abitazione a Follonica ove trascorrere una settimana di ferie ad agosto, ha effettuato delle ricerche su un sito molto affidabile, ove ha trovato un annuncio interessante. L’inserzionista suggeriva però di ricercare su un secondo sito offerte migliori che egli stesso aveva postato. Con questa sorta di deviazione di chiamata i due coniugi sono stati dirottati su mari meno tranquilli, dove hanno preso la fregatura. Pagato al volo un anticipo di 400 euro per non perdere l’occasione, hanno solo successivamente verificato che la bellissima villetta che avevano preso in locazione apparteneva in realtà a una terza persona che di tale storia non ne sapeva nulla. I Carabinieri mediante verifiche online e accertamenti sulle carte di pagamento interessate dai movimenti di denaro, hanno accertato a chi fosse riconducibile la carta postepay su cui è avvenuta la transazione, in sostanza a chi siano andati i soldi, e hanno denunciato un 35enne grossetano, non nuovo ad analoghe imprese.
La costante in queste fregature, che fluttuano nello spazio telematico in attesa di soggetti che abbocchino, è la richiesta del pagamento di una caparra. Pagato tale acconto la contrattazione si interrompe e il pagatore improvvido resta con un pugno di mosche in mano. È quantomeno azzardato inviare denaro a persone che non si conoscono, in particolare quanto l’affare è troppo conveniente, tanto da apparire inverosimile. Esistono siti più o meno garantiti e occorre rivolgersi a intermediari di chiara professionalità e indiscusso prestigio per non correre rischi.
L’unico rimedio sicuro contro le fregature è la diffidenza, la consapevolezza dei rischi che navigano in rete, dell’esistenza degli imbroglioni che tendono fantasiosi agguati e dell’inverosimiglianza di certe proposte troppo convenienti.