Trump alla Casa Bianca, Gerlini (Unisi): “All’Inauguration day molta retorica. Per Meloni una posizione privilegiata”

L’uscita dagli accordi sul clima e dall’organizzazione mondiale della sanità sono già stati firmati ma è ancora troppo presto per capire se il discorso programmatico fatto da Donald Trump, nel suo Inauguration day, sia mera retorica oppure si basi su elementi reali. E non ci saranno sostanziali differenze per i cittadini, nel pratico.

Questo è il parere di Matteo Gerlini, docente del dipartimento di scienze storiche e internazionali dell’Università. Secondo il professore l'”età dell’oro” annunciata dal nuovo presidente degli Stati Uniti parte con molteplici contraddizioni.

In primis c’è quella della transizione verde, che il “commander in chief” intende stoppare. “Uno dei principali sostenitori di Trump è anche uno dei principali player del settore dell’auto elettriche – dice il professore, riferendosi chiaramente a Elon Musk e alla Tesla – . Il tycoon vuole sfruttare gli idrocarburi e promette agli americani di fargli riavere carburanti a basso costo. Ma come può conciliare questo aspetto con le strategie imprenditoriali del magnate sudafricano? Questa è una domanda che dobbiamo porci”.

Appare chiaro però per Gerlini che l’Unione Europea sarà messa all’angolo: “È l’obiettivo di Trump, anche se non dichiarato. Ed anche Putin e la Cina hanno posizioni analoghe. In questo gioco entra in campo la preferenza verso i rapporti bilaterali del Presidente. Quindi se l’Italia non avrà dazi sul Parmigiano Reggiano, che andranno invece al Camembert, questo non dipenderà da una sorta di trattamento privilegiato verso il nostro Paese”.

Ma la presenza del premier Giorgia Meloni alla cerimonia di ieri non è comunque casuale.

“L’esecutivo è il più vicino alle direttrici politiche trumpiane – aggiunge il docente – . In Italia il partito su cui poggia la coalizione è di destra, non di centrodestra. E questa è la grande differenza rispetto agli altri Governi ed anche un possibile modello forte per altri Paesi. Se una situazione simile si realizzasse anche in Germania (le elezioni sono tra qualche settimana, ndr) allora tutto il discorso e la costruzione comunitari entrerebbero in crisi”.