Tumori, l’Asl: “Un paziente su cinque non supera la malattia per malnutrizione”

Un 20% dei malati oncologici non riesce a superare la neoplasia a causa della malnutrizione ed un 30% rischia di essere malnutrito già nella fase della diagnosi.

Le stime sono della Uosd Nutrizione clinica dell’Asl che in una nota ricorda come sia “fondamentale” che in fase diagnostica “sia sempre preso in considerazione lo stato nutrizionale del paziente, che si valutino i rischi cui andrà incontro e lo si informi dell’importanza di una terapia nutrizionale, al pari delle cure oncologiche tradizionali.”

Le conseguenze della malnutrizione, proseguono, “sono di vario tipo, si va dal prolungamento della permanenza in ospedale dopo gli interventi chirurgici all’aumento delle complicanze postoperatorie, dall’incremento del rischio di sviluppare tossicità durante i trattamenti oncologici attivi e della conseguente necessità di interromperli o ridurne l’intensità, rischiando di ridurre il tasso di risposta. Oltre a questi c’è pure il rischio di un aumento della mortalità ed il peggioramento dello stato funzionale e della qualità di vita”.

“La perdita di peso, l’anoressia e la perdita di massa muscolare sono aspetti legati al tipo di tumore, alle terapie che comportano nausea e difficoltà digestive come la chemioterapia, oltre che all’impatto psicologico che una diagnosi di tumore comporta – si spiega in una nota -. Questi aspetti non devono essere considerati ineluttabili, ma al contrario vanno affrontati con un percorso adeguato che parte dalla valutazione del rischio nutrizionale, passa dall’assessment con esami bioumoriali e anche strumentali, per poi prevedere il counseling nutrizionale, la modifica della dieta, la prescrizione di supplementi calorici fino alla vera e propria nutrizione artificiale per via enterale o parenterale”

L’Asl da anni ha attivato un percorso che vede coinvolte in primis la Nutrizione clinica e la Dietetica professionale negli ambulatori dei suoi presidi e che prevede che le prestazioni siano erogate da dietisti, medici e biologi nutrizionisti.

“Le valutazioni e le prestazioni vengono naturalmente erogate anche in regime di ricovero o a domicilio. L’invio o la segnalazione può avvenire da parte del medico oncologo, del chirurgo o di altri specialisti ma anche del medico di medicina generale. Il gruppo oncologico multidisciplinare, è un altro momento per intercettare i casi a rischio malnutrizione o già malnutriti”, si conclude.