Uno strumento contabile di tipo preventivo, che racchiude risorse economiche, strumentali, professionali e umane (sia pubbliche che private) necessarie alla persona con disabilità perché possa realizzare il suo ed esclusivo progetto di vita. E’il budget di salute per la realizzazione del progetto di vita di persone con disabilità. Che verrà sperimentato dalla Socetà della salute senese insieme ad altre 6 zone distretto-SdS su proposta della Regione Toscana.
Per l’adozione di questo nuovo strumento di lavoro, sono stati avviati tavoli di confronto, coordinati a livello regionale con il coinvolgimento delle zone, su diverse tematiche quali l’accesso e la presa in carico, la valutazione dei bisogni e la definizione del progetto di vita. Ne è conseguita una modulistica condivisa con gli operatori dei servizi pubblici e con il terzo settore e sperimentata partendo dal progetto dopo di noi.
Gli incontri informativi hanno riguardato i servizi specialistici Smia (Salute mentale infanzia e adolescenza), Sma (Salute mentale adulti), Uvm (Unità di valutazione multiprofessionale), Acot (Agenzia per la continuità ospedale/territorio), Gom (Gruppo operativo multidisciplinare), il provveditorato agli studi, il centro per l’impiego, l’ufficio del terzo settore del comune di Siena, associazioni, cooperative, fondazioni e comitati.
L’obiettivo è quello di costruire una rete di servizi integrati sempre più solida, strutturata e se possibile informatizzata che possa nel tempo garantire la partecipazione proattiva di tutti gli attori coinvolti nei percorsi di presa in carico delle persone con disabilità.
“Stiamo lavorando per creare una rete che possa insieme alle famiglie costruire una comunità competente e in grado di valorizzare e ascoltare sempre di più le persone con disabilità – ha dichiarato il presidente della Società della Salute Senese Giuseppe Gugliotti -. Lavorare all’interno dei servizi con questo nuovo approccio metodologico ci spingerà a rivedere, insieme agli operatori che ogni giorno lavorano nel settore della disabilità, l’organizzazione anche attraverso la costituzione di una UVM Disabilità. In questo contesto, tramite un’ équipe multiprofessionale, si potrà garantire continuità di presa in carico della persona dall’età dell’infanzia e adolescenza all’età adulta partendo dalla lettura attenta dei suoi bisogni e della sua unicità”.
Per la Società della Salute avere aderito alla sperimentazione, a suo tempo indicata dalla delibera regionale 1449/2017, rappresenta, dunque, una grande opportunità, e nello stesso tempo una sfida, per andare a ridisegnare un nuovo modello organizzativo di presa in carico della persona disabile con il suo vissuto, i suoi desideri e le sue aspettative.