
“Desidero esprimere il mio più sincero ringraziamento per la calorosa accoglienza che mi avete riservato. Provo una profonda gioia nel poter affermare che quanto ho realizzato negli anni trascorsi a Siena è, spero, degno dell’attesa di un premio da parte del Signore”.
Ad affermarlo monsignor Gaetano Bonicelli, che è stato accolto nella sala capitolare del Convento di San Domenico dall’applauso dei fedeli. Il vescovo emerito di Siena è arrivato in città per i festeggiamenti dei suoi cento anni, organizzati dalla diocesi.
Ieri pomeriggio il primo momento di festa con la presentazione, insieme a monsignor Benedetto Rossi, del libro che racconta il suo lunghissimo ministero e che si chiama “Quel tredici dicembre. Gaetano Bonicelli si racconta”. Oggi, alle 16, in Cattedrale la celebrazione eucaristica di ringraziamento per il centenario della sua nascita, presieduta dal cardinale Augusto Paolo Lojudice. Una delegazione locale tra l’altro, nello scorso dicembre, aveva già partecipato ai festeggiamenti per il secolo compiuto
“Quando fui nominato arcivescovo, conoscevo Siena solo di nome – ha detto -, ma ignoravo la ricchezza che questa città custodiva e quanto avrebbe potuto influenzare il mio ministero. Ripensando al mio percorso, mi rendo conto che quando parlo di “pensieri” mi riferisco spesso a riflessioni profonde e lontane. Oggi non posso fare a meno di sentirmi profondamente legato a questa città, che il Signore mi ha chiamato a servire”.
“Non so come abbia realmente condotto questo cammino, ma per me Siena è diventata un luogo di sostegno e di memoria. Parlare in questa città e incontrare la sua gente è stata per me fonte di letizia, gioia e responsabilità – ha continuato Bonicelli – . Fin dal primo giorno da arcivescovo, ho desiderato mettere a disposizione della comunità tutto ciò che potevo, pur sapendo che le mie risorse erano limitate. Ma, soprattutto, ho cercato di accogliere con gratitudine quanto uomini e donne di questa città potevano offrirmi. Quando ripenso agli anni trascorsi a Siena, il mio cuore si riempie di gratitudine per tutto ciò che il Signore mi ha concesso di fare e per ciò che ha voluto raccogliere attraverso la mia opera – ha aggiunto -. Non ho fretta di andare via, ma sento l’urgenza di riconoscere che tutto ciò che facciamo, se compiuto per amore di Dio, ha un valore eterno”.
La chiosa: “Ritrovarci oggi, dopo tanti anni, per ringraziare insieme il Signore significa essere pronti ad apprezzare tutto ciò che Egli ha realizzato anche attraverso le mie umili parole e il mio ministero. Il ricordo più bello che posso portare con me siete voi, tutti voi, e la gratitudine per il cammino condiviso”.
MC