Un senese nella festa più ‘pazza del mondo’: il racconto di Matteo Machetti, dj al Burning Man

Immaginatevi di suonare su un carro in uno dei festival musicali più grandi al mondo, nel mezzo della polvere del deserto del Nevada, in una città temporanea che sorge dal nulla.

La cornice è quella statunitense del Burning Man e l’esperienza è stava vissuta dal dj senese quarantunenne Matteo Machetti, nome d’arte Makossa,  La sua passione per la console è ventennale. E dagli esordi in città Machetti da anni gira tutto il mondo, portando la sua musica in Turchia, Spagna, Germania, Portogallo e poi al di là dell’oceano, tra il Messico e gli Stati Uniti.  La notte tra il 27 e il 28 agosto infine l’esordio ed il sogno a stelle e strisce coronato.

“Già era capitato che qualcuno suonasse mie tracce al Burning man ma io non avevo mai preso la decisione di andarci – spiega – . Quest’anno un camp che si chiama Maxa, con messicani, mi ha invitato a partecipare. Maxa è uno dei camp più importanti e tra i più grandi. Ed  anche per la qualità dei dj, visto che ci sono state star di fama internazionale come Carl Cox”.

Di nove giorni è stata la durata del Burning Man, famoso in tutto il mondo per il grande gigante antropomorfo che viene bruciato alla fine. Le esibizioni vanno avanti tutta la notte fino a quando sorge il sole. Machetti ha suonato con colleghi da tutto il mondo. Con lui era presente anche Niccolò Giallombardo, organizzatore del Vivi Fortezza ed un altro amico.

“Certamente è una serata diversa dal suonare in una semplice discoteca – continua – . Devi seguire un carro che puoi perdere un mezzo a milioni di luci. Comunque è andato tutto bene. Ero molto teso il giorno prima  ma per fortuna è andato tutto bene”.

MC