La conquista e la scoperta dell’Universo è da sempre uno dei temi che più affascina l’uomo, esploratore e sconfinatore di natura.
E se il primo essere vivente a superare la gravità terrestre fu la povera cagnolina Laika nel 1957, cui seguirono numerose missioni in orbita di esseri umani, i cugini d’oltralpe sono arrivati primi nello spazio con la vite e il vino.Infatti una spedizione di 12 bottiglie di vino Bordeaux e 320 piantine di vite ha trascorso circa 14 mesi nello spazio, presso la stazione spaziale internazionale della Nasa, ed è appena rientrata sulla terra.
Si tratta di un esperimento voluto dalla start up lussemburghese Space Cargo Unlimited, che ha il fine di capire la resistenza della vite in ambienti più ostili. Commenta Philippe Darriet, eminente enologo presso l’Università di Bordeaux “Abbiamo ritenuto che il soggiorno del vino sulla Stazione Spaziale Internazionale fosse un’opportunità per studiare l’impatto della micro-gravità, della radiazione solare, dell’evoluzione dei componenti del vino“.
Le 12 bottiglie, riportate a terra dalla capsula Dragon 2 e atterrate a largo della Florida verso il Golfo del Messico, verranno degustate e confrontate con le gemelle rimaste sulla terra, per capire l’impatto provocato sull’invecchiamento dalla permanenza in orbita. Le piantine di vite verranno studiate e osservate per capire la loro capacità di adattamento a bassa gravità e sotto un forte influsso di radiazioni. Questo perché la vite risente dei cambiamenti climatici e i risultati dell’esperimento potrebbero aiutare a comprendere come coltivarla in ambienti più difficili sulla Terra, anche alla luce dei cambiamenti climatici. La scienza insegna che non ci sono confini tra immaginazione e realtà; chissà che un giorno non si arrivi a bere un vino coltivato e imbottigliato sulla Luna!
Stefania Tacconi