Una cartuccia biocompatibile capace di purificare il sangue dei pazienti colpiti da sepsi, eliminando batteri, tossine e sostanze infiammatorie responsabili dello shock settico e della morte. È il risultato raggiunto da un gruppo di ricerca dell’Università di Siena, coordinato dal professor Alessandro Pini del Dipartimento di Biotecnologie Mediche.
Il dispositivo, concepito per l’uso nelle unità di terapia intensiva, può essere collegato ai sistemi di circolazione extracorporea già impiegati in clinica, come nei trattamenti di dialisi o supporto emodinamico. Al suo interno è inserita una molecola scoperta e isolata proprio nei laboratori dell’Ateneo senese, capace di legarsi selettivamente ai batteri e alle loro tossine, neutralizzandoli e rimuovendoli dal sangue del paziente.
«Il dispositivo – spiega Pini – è uno strumento che potrà essere utilizzato su pazienti in sepsi collegati a macchine extracorporee: la cartuccia agisce rimuovendo dal sangue batteri, tossine e mediatori dell’infiammazione che, prodotti in eccesso, portano allo shock settico e alla morte».
I test di costruzione e caratterizzazione del prototipo, condotti in vitro ed ex vivo, hanno dato risultati positivi e sono stati pubblicati sulla rivista scientifica internazionale Communications Medicine. Primo autore dello studio è Giovanni Cappello, assegnista di ricerca dell’Università di Siena finanziato con fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
La sperimentazione è il frutto di oltre cinque anni di lavoro e della collaborazione tra l’Università di Siena, il Laboratorio di Patologia Clinica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Senese e partner industriali privati interessati allo sviluppo commerciale del dispositivo.
«Questo progetto – aggiunge Pini – rientra nell’ambito della ricerca traslazionale, quella che parte dallo studio delle molecole in laboratorio e arriva all’applicazione clinica sull’uomo. È un settore che oggi attira investimenti e rappresenta una frontiera concreta per la medicina del futuro».
Nei prossimi mesi, la cartuccia sarà testata sui pazienti per la validazione clinica definitiva e l’eventuale messa in commercio come nuovo strumento terapeutico contro la sepsi, una delle principali cause di morte a livello mondiale.