Uno studio per approfondire la conoscenza del territorio comunale dal punto di vista idrogeologico, normativo, preventivo e manutentivo. E’ quello promosso dalla Seconda Commissione consiliare, che ha tra le sue competenze politiche ambientali, territorio, urbanistica e Protezione civile. L’iniziativa ha coinvolto gli assessori ai lavori pubblici, Massimo Logi e all’ambiente, Claudio Niccolini, i responsabili degli Uffici Urbanistica e Lavori pubblici del Comune di Colle di Val d’Elsa, rispettivamente, Claudio Mori e Francesco Ciampoli, e il geologo Claudio Bimbi. Lo studio ha compreso anche un’analisi degli interventi effettuati sul territorio colligiano dal Consorzio di bonifica della Toscana Centrale nel corso del 2010, rispettando un impegno assunto dalla Seconda commissione consiliare con l’approvazione, nei mesi scorsi, di una mozione in consiglio comunale.
“Con questo lavoro – afferma l’assessore all’ambiente, Claudio Niccolini – abbiamo voluto mettere in evidenza l’importanza, nel governo del territorio, di avere un quadro geologico e idraulico aggiornato. Non sono emerse criticità particolari o sconosciute all’amministrazione comunale, e lavoreremo, insieme ai soggetti coinvolti e al Consorzio di bonifica per garantire la tutela del nostra zona. Lo studio – continua ancora Niccolini – ha offerto anche la possibilità di far conoscere meglio l’attività del Consorzio di bonifica della Toscana Centrale, che opera grazie al contributo annuale dei cittadini proprietari di immobili che ricadono nei comprensori, ambiti che vanno oltre i territori comunali e che sono definiti secondo i confini geomorfologici legati ai bacini idrografici dei corsi d’acqua. Ogni anno – aggiunge Niccolini – dopo un’attività di monitoraggio e di concertazione con gli enti locali, il Consorzio di bonifica stila una lista di interventi, con manutenzioni ordinarie e straordinarie, ritenuti necessari per una corretta gestione delle opere idrauliche presenti sui corsi d’acqua del territorio. A questi si aggiungono eventuali segnalazioni di enti locali, associazioni e cittadini. Successivamente, vengono stimati i costi e fissati tempi e modalità di intervento”.
“Lo studio – afferma Marta Aiazzi, presidente della Seconda commissione consiliare – è stato molto approfondito e vuole essere un punto di partenza per capire lo stato attuale del territorio comunale colligiano sotto il profilo idrogeologico e manutentivo. In questo modo potremo anche valutare le priorità da seguire, con la collaborazione del Consorzio di bonifica della Toscana Centrale, al fine di garantire una corretta gestione delle opere idrauliche presenti sui corsi d’acqua locali. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo studio, a partire dai due assessori e dai tecnici coinvolti”.
Le manutenzioni ordinarie comprendono sfalci di vegetazione, rimozione di arbusti, ramaglie e altri materiali, manutenzione delle casse di espansione e verifica della tenuta degli argini. Nel corso del 2010, le zone del territorio comunale interessate da questi interventi sono state la gora Le Nove; il fosso delle Lellere; il fosso di Sant’Agostino; la gora Lombrandina, tratto adiacente la Piscina Olimpia; la gora di Campolungo; la cassa di espansione del torrente Scarna e il fosso Amboiana, nella zona di Belvedere. A questi si sono aggiunti interventi di manutenzione ordinaria effettuati su segnalazione di enti locali, associazioni e cittadini.
Sul fronte delle manutenzioni straordinarie, invece, il Consorzio di bonifica ha promosso tre interventi significativi, effettuati tra il novembre 2009 e lo scorso aprile. I primi due hanno compreso manutenzioni sul fiume Elsa – dal ponte di San Marziale al ponte di Spugna – e su fosso di Sant’Agostino, fosso delle Lellere e Gora a Le Nove, con la rimozione di materiale vegetale accumulato nel tratto, l’abbattimento di piante secche e pericolanti e lo smaltimento dei rifiuti rinvenuti. Con il terzo intervento, invece, è stato fatto un taglio selettivo della vegetazione, con la rimozione delle otturazioni del canale e di piante e rami secchi pericolanti lungo la Gora di Campolungo, nel tratto iniziale e in località Le Gore Rotte; uno sfalcio manuale lungo gli argini della Gora Lombrandina, il fosso delle Lellere, il fosso di Sant’Agostino, la gora le Nove e il torrente Scarna. Infine, sono stati rimossi materiali che ostruivano il fosso di Sant’Agostino.