Su Mps “la gatta frettolosa ha fatto i gattini ciechi”. Usa un proverbio Tommaso Marrochesi Marzi per commentare la situazione di Monte dei Paschi all’indomani della notizia su Unicredit che ha dato il via ufficiale, dopo mesi di indiscrezioni, alla trattativa con il Mef per l’operazione con l’Istituto di piazza Salimbeni.
Il candidato del centrodestra per le elezioni suppletive era presente con il commissario provinciale della Lega Guglielmo Picchi davanti alla statua di Sallustio Bandini: “siamo i primi ad esserci mossi, gli altri politici dove sono?”, fanno notare. “Improvvisamente si parla di un’apertura di un data room per l’acquisizione della parte sana del Monte”, commenta Marrocchesi Marzi che poi si pone una serie di domande sul “costo all’erario dell’operazione” e sul “costo sociale di una ferita mortale” per il territorio del seggio parlamentare Toscana 12(quello che comprende Siena ndr.). Gli interrogativi continuano: “Che cosa accadrà alla direzione generale, agli sportelli e alla struttura della banca?”, si chiede l’imprenditore del vino. “Questa notizia esce in un periodo di ferie e sembra quasi che si voglia fare passare sottotraccia – attacca-. Che fretta c’era? Non si prende in considerazione la ricaduta, in termini sociali, di un Banca privata dalla sua direzione generale a Siena”
Il secondo passaggio della lunga riflessione di Marzi parte con un attacco ‘velato’ al Pd: “i killer politici di Mps hanno un nome ed un cognome” e “non vorrei ritornare al groviglio armonioso come panacea di tutti i mali”. Per Mps il candidato di centrodestra avrebbe preferito “capire come lo stand alone potesse essere prorogato almeno fino alla primavera del 2002” e scegliere “un partner capace di valorizzare la Banca ed il suo marchio”. Il problema per Marrocchesi Marzi è che però questi sono tutti elementi “superati da una scelta arrivata dall’alto (quella della fusione con Unicredit ndr.) che ha responsabili politici”. Adesso per Mps “la strada è quella dello spezzatino“, afferma. “Il piano b si sarebbe dovuto modulare in due termini – ripete Marrocchesi Marzi-: vedere quanto Mps fosse in grado di rimanere in piedi da sola e fare un’iniezione di liquidita per renderla compatibile con il regolamento delle banche; poi aumentarne l’attrattività per cercare un partner che lasciasse occupazione, direzione generale ed un presidio nel nostro territorio”
La chiosa è un’ulteriore accusa alle altre forze politiche, in particolare al Pd: “Non siamo noi quelli che hanno cercato la sponda con i grillini per creare una banca del sud, che per i 5 Stelle è un mantra. Non è il centro destra ad avere litigato e aver fatto pace con Italia Viva per chissà quali contro-partite. Tutto questo teatrino elettorale (nel centrosinistra ndr.) è stato fatto prima della notizia dell’annuncio” dell’inizio trattative tra Unicredit e Mef. “Io qualche sospetto adesso lo tengo”, conclude.
Katiuscia Vaselli
Emanuele Giorgi
ha collaborato Marco Crimi
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