“Ragionando con con un po’ di consapevolezza medica, scientifica, culturale non c’è nessun motivo per essere allarmati, dato che gli studenti che sono presenti nell’Ateneo sono a Siena da mesi e non presentano nessun tipo di virus diverso da quelli che possono avere gli italiani”. A parlare è il rettore dell’università per stranieri di Siena Pietro Cataldi in un video messaggio diffuso sul canale youtube e anche sul dell’ateneo.
“Per me è un piacere stare in mezzo ad una piccola rappresentanza della grande comunità cinese presente nella nostra università( sono oltre 300 gli iscritti nell’ultimo anno accademico ndr.) – commenta Cataldi-.E’un onore averli come ospiti e poter esprimere la nostra partecipazione e quella di tutti gli italiani al rischio che la Cina sta correndo con questa epidemia (Coronavirus ndr.). Per ora si tratta solo di un rischio, le persone infette sono una minoranza assidua: uno su centomila è ammalato, un numero molto piccolo. Ci sono malattie ben più pericolose, come la stessa influenza che in Italia provoca 100mila morti”.
Per il rettore non bisogna abbassare la guardia su un’altra cosa: “Dobbiamo stare attenti al virus del razzismo e della discriminazione. Quando si insinua in noi può seguire le strade più strane – continua-. I pochissimi studenti italiani rientrati dalle esperienze di studio in Cina e gli ancor meno numerosi studenti cinesi arrivati di recente sono monitorati uno per uno, d’intesa con le autorità sanitarie e non presentano alcun problema e alcun rischio”.
“In questo momento gli studenti cinesi presenti in Italia hanno la preoccupazione verso le proprie famiglie – conclude-.Sarebbe inopportuno rovinare la nostra amicizia con questo paese per una superstizione come quella del’600 che Manzoni raccontò ne I promessi sposi. La superstizione e il pensiero antiscientifico non portano altro che danni”.