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Università, Di Pietra: “Ridefinire ruolo e identità degli Atenei per resistere ai cambiamenti futuri”

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“Riprogettare la struttura dipartimentale, definire una diversa struttura organizzativa e ridefinire l’offerta formativa: questi i tre punti chiave indicati dal rettore Roberto Di Pietra per scrivere un futuro radioso per l’Università di Siena. Da qui, è iniziata la relazione del rettore alla cerimonia di Inaugurazione del 785esimo anno accademico, svoltasi stamani in un’aula magna gremita e arricchita dalla presenza del premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi, il quale con la sua Lectio Magistralis sull’Intelligenza Artificiale ha dato una lettura differente all’intera comunità.

“In questo momento della nostra storia, occorre una definizione aggiornata di quello che sono le università – commenta Di Pietra -. Dobbiamo immaginare un futuro pieno di incognite e di ostacoli da superare con la capacità di reinventarsi. Già l’intelligenza artificiale è uno de numerosi temi da trattare, anche per questo oggi è presente il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi, il quale con la sua Lectio Magistralis ci ha aperto gli occhi e ha evidenziato le basi affinché tutto rimanga nelle nostre mani”.

L’Inaugurazione ha visto anche la presenza straordinaria del vicepresidente della cinese Nantong University, Mingming JI, che ha parlato dell’importanza del recente progetto di cooperazione didattica del Siena Future Biotech Institute. Durante la cerimonia, inoltre, il rettore ha presentato il progetto “Venti, Quaranta, Ottocento”, che intende avviare le celebrazioni in vista del 2040, anno in cui l’Ateneo compirà 800 anni:

“Agli studenti dico che è necessario guardare al nostro futuro – spiega Di Pietra -, così da dare ancora più valore agli otto secoli di storia che ci hanno contraddistinto. Dobbiamo pensarci insieme, con la capacità di guardare lontano”.

“Buon anno accademico a tutti!”: è la frase che sentiamo al termine di ogni intervento, ma oggi ha avuto un valore più grande, con l’auspicio che il futuro possa dare qualcosa di buono, per poter finalmente urlare a gran voce “Gaudeamus igitur!”.