Riprendono oggi le attività del I e del II anno della Scuola di specializzazione in Beni storico artistici dell’Università di Siena con l’inizio della prima settimana di lezioni. Oltre agli insegnamenti previsti ci sarà spazio infatti anche per alcuni incontri ‘straordinari’ che arricchiranno l’attività accademica della scuola, diretta dal professor Davide Lacagnina, docente del dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali dell’Ateneo.
La prima delle iniziative in programma si terrà mercoledì 26 gennaio alle 15 nell’aula magna di Fieravecchia nell’ambito del ciclo di seminari dal titolo “Figure e momenti della critica e della storiografia artistica del Novecento”, organizzato dalla scuola in collaborazione con il dottorato regionale di ricerca Pegaso in storia delle arti e dello spettacolo, che coinvolge le università di Firenze, Pisa e Siena. Il primo dei cinque appuntamenti che seguiranno nelle settimane di lezione fino a maggio è con Marco Mascolo e s’intitola “Il 1914 di Roberto Longhi”. Seguirà, alle 17,30, nell’aula magna del Rettorato dell’Università di Siena, la presentazione del libro di Federico Maria Sardelli, “Il volto di Vivaldi” (Sellerio, Palermo 2021). Interverranno lo storico dell’arte Alessandro Angelini e la musicologa Giulia Giovani, entrambi docenti del dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali, con il coordinamento del professor Davide Lacagnina.
Giovedì 27 gennaio alle 15,00 nell’aula magna di Fieravecchia, si svolgerà invece la conferenza, tenuta da Viktor Schmidt dell’Università di Utrecht, dal titolo “Tende, tendine e cortine – nella vita reale e nell’arte (con un riferimento particolare alla Cappella del cardinale di Portogallo, San Miniato, Firenze)”. Introdurrà l’incontro il professor Roberto Bartalini, docente del dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali. Per quanto riguarda lo svolgimento invece dell’attività ordinaria della Scuola, prosegue anche quest’anno la collaborazione con professionisti del mondo dell’editoria, dei musei e della comunicazione culturale, oltreché con l’Opificio delle pietre dure di Firenze per gli insegnamenti di Storia delle tecniche artistiche e diagnostica per la conservazione, con lezioni
che saranno tenute in parte presso i laboratori del prestigioso istituto fiorentino.
“Il consolidamento delle relazioni tra la Scuola e le istituzioni presenti sul territorio – dice il professor Lacagnina -, con l’apertura inoltre al mondo delle professioni del patrimonio e delle industrie culturali, vuole consolidare il rapporto della formazione universitaria con queste realtà”. “L’obiettivo – conclude il docente – è quello di dare sbocco a questo percorso formativo nei più diversi ambiti lavorativi legati a questi specifici settori”.