“Ringrazio il presidente Mattarella: la sua presenza ha permesso l’ammodernamento e la sistemazione ad hoc di strutture e spazi per gli studenti prima lasciati a loro stesse in assenza di ospiti prestigiosi”, ed ancora “invitiamo il nostro ospite odierno alle residenze in via delle Sperandie, in San Marco, a Uopini e alla Tognazza e alle mense di Sant’Agata e Bandini fiduciosi che la sua visita possa essere risolutiva”.
Nel racconto della giornata della visita di Mattarella a Siena resterà impresso il ‘fuori programma’ di Rosalia Selvaggi, rappresentante degli studenti, che, nel suo discorso non ha risparmiato una stoccata polemica.
Il j’accuse di Selvaggi, seppure non annunciato, era comunque nell’aria. “Vorrei cominciare notificando che, nel tempo estremamente ridotto che ci è stato concesso sarà, a nostro avviso, proibitivo analizzare come l’intenso periodo storico in cui ci troviamo abbia influito sulle situazioni e sulle problematiche di studenti e studentesse. Ma noi non demordiamo. Anzi, mi chiedo anche, se non si tratti di una infelice ma calzante metafora della marginalità che, paradossalmente, quando si parla di università e formazione, vede coinvolta la componente studentesca tutta. Ma a questo ci arriveremo”. La rappresentante aveva infatti esordito così proseguendo poi in un discorso dove ha spaziato dagli effetti del covid sull’università, alla dad, fino ai problemi storici per gli studenti italiani come quello della fuga dei cervelli
Un piccolo colpo di scena in una giornata che è iniziata alle 11 con l’arrivo del Capo dello stato. Mattarella è stato accolto dal rettore Francesco Frati, che attraversando il Chiostro della basilica di San Francesco, lo ha accompagnato nella Cripta della basilica, nuovamente dedicata, dopo la ristrutturazione, alle attività universitarie. Qui la cerimonia, alla presenza delle autorità civili e accademiche, tra le quali anche i rettori delle altre università toscane, si è aperta con l’Inno di Mameli eseguito dal coro dell’Accademia musicale Chigiana, accompagnato dall’Orchestra da camera dell’ Istituto Rinaldo Franci, diretti dal maestro Lorenzo Donati, e con l’Inno dell’Ateneo eseguito dalla comparsa storica dell’Università.
La prolusione scientifica è stata tenuta quest’anno dal professore onorario Roberto Venuti, già docente ordinario di Letteratura tedesca. La lezione, dal titolo “Il secolo di Kafka”, è stata dedicata allo scrittore praghese di lingua tedesca che con la sua narrativa ha saputo cogliere e anticipare nodi, contraddizioni e tragedie della storia e della cultura del Novecento e la cui fama, nel secolo che ci separa dalla sua morte, ha superato ogni confine nazionale.
Tra gli interventi anche quello della rappresentante del personale tecnico e amministrativo Daniela Bellucci che ha ricordato che “gli ottimi risultati del nostro Ateneo e la qualificazione raggiunta a livello nazionale ed internazionale sono certamente legati alla bontà della docenza, ma anche al sapiente e complessivo lavoro tecnico ed amministrativo svolto da tutto il personale che ha rappresentato un fondamentale contribuito per il raggiungimento di quei riconoscimenti”.
Bellucci rivendica: “Anche durante il periodo di maggior virulenza della pandemia il personale TA, attraverso lo smart working, ha dimostrato un incredibile spirito di adattamento delle singole competenze alla nuova situazione, molto spesso con un impegno personale anche superiore a quello aspettato e dovuto dai vincoli contrattuali”. Il periodo dell’emergenza “ha facilitato l’integrazione e la conoscenza delle tre componenti dell’Ateneo. Ha evidenziato come la concreta collaborazione ed il supporto competente del Personale Tecnico Amministrativi, sia fondamentale per far andare il motore di una macchina che ha bisogno di tutti gli ingranaggi per funzionare”. Da qui la sua richiesta: “chiediamo la giusta valorizzazione di quegli apprezzamenti riconosciuti al personale coinvolto nel positivo raggiungimento degli obbiettivi. È necessario incentivare l’esistente sistema di valutazione dei dipendenti con l’introduzione di criteri che effettivamente impegnino i Responsabili di settore a valorizzare il reale merito di ciascuno”