Gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Siena sta prendendo parte, in questi giorni, alla General Assembly del progetto europeo “Ipm Popillia”, in programma fino al 13 settembre a Ponta Delgada nelle isole Azzorre. Il progetto, iniziato quattro anni fa, ha l’obiettivo di studiare la biologia e la genetica del coleottero giapponese Popillia japonica, specie invasiva particolarmente pericolosa per la sua capacità di attaccare molte piante di interesse economico.
Solo 10 anni fa, la specie è stata introdotta accidentalmente in Nord Italia, generando non poche preoccupazioni per molti tipi di produzioni agricole; ed è considerata dall’Unione Europea come una delle specie invasive più pericolose per i danni che può arrecare alle coltivazioni. Il gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze della Vita, di cui fanno parte i docenti Antonio Carapelli, Francesco Nardi, Claudio Cucini, Rebecca Funari, Sara Boschi e Francesco Frati, si sta occupando della caratterizzazione del genoma della Popillia, con lo scopo di ricostruire il processo storico di invasione e le peculiarità genetiche che ne fanno una specie così pericolosa.
In particolare, si è evidenziato che l’origine delle popolazioni invasive italiane è da collocare in Nord America, da dove è giunta in Italia probabilmente attraverso voli di linea o commerciali. Si sono inoltre evidenziate famiglie geniche caratterizzate da forte espansione, fenomeno che può essere messo in relazione con la sua polifagia, cioè l’abitudine di alimentarsi su numerose piante, sia allo stadio larvale che da adulti e con la resistenza agli insetticidi. Tali dati, coordinati con quelli raccolti dagli altri partner del progetto, possono contribuire a mettere a punto strumenti di contenimento efficaci e a basso impatto ambientale. Il progetto Ipm Popillia è finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Horizon.
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