Il professor Stefano Dal Bianco, docente di poetica e stilistica al dipartimento di Filologia e Critica delle letterature antiche e moderne dell’Università di Siena, si è aggiudicato il premio Strega poesia, il più importante riconoscimento italiano per le opere poetiche, con il suo ultimo libro, “Paradiso”, edito da Garzanti. La cerimonia di premiazione, promossa dalla fondazione Maria e Goffredo Bellonci e Strega Alberti Benevento, in collaborazione con Bper Banca, si è tenuta martedì 9 ottobre al teatro Studio Borgna dell’auditorium Parco della musica a Roma.
Il professor Dal Bianco, selezionato dal Comitato scientifico del premio nella cinquina dei finalisti, ha conquistato 40 voti sugli 89 espressi dagli Amici della poesia, con una giuria composta da cento donne e uomini di cultura. “Paradiso” è un libro nato nelle dieci stagioni del lockdown, che dimostra come si può fare poesia “anche andando a spasso con il proprio cane – spiega lo stesso Dal Bianco -. È ambientato nel luogo dove abito, un piccolo borgo della collina senese. A destra si va nel bosco a piedi, a sinistra c’è il fiume con le trote dove si può fare il bagno. L’ho scritto quasi totalmente negli anni della pandemia, quando la natura era veramente inferocita, inferocita e onnisciente: noi avevamo i daini per strada di notte, al centro del paese”.
“Questo nuovo riconoscimento – ha dichiarato il Rettore dell’Università di Siena, Roberto Di Pietra – ottenuto dal professor Dal Bianco, già
vincitore del prestigioso Viareggio Poesia, rappresenta un grande motivo d’orgoglio per tutto il nostro Ateneo, per l’area umanistica e per il dipartimento, che si conferma ancora di più di eccellenza”. “Paradiso è un libro intenso e bellissimo – ha commentato il direttore del dipartimento, Pierluigi Pellini – al tempo stesso raffinatissimo e immediato, che resterà nella storia della letteratura italiana. Un libro i cui protagonisti sono il cane Tito, abituale e amatissimo frequentatore dei corridoi del San Niccolò (purtroppo prematuramente scomparso pochi mesi fa), e la meravigliosa Valle della Merse. Questo riconoscimento è un grande onore per il nostro ateneo tutto, oltre che per un poeta e professore le cui straordinarie doti intellettuali e umane sono motivo di ammirazione e affetto per chiunque abbia il privilegio di frequentarlo”.