Samuele Picchianti, rappresentante degli studenti dell’Università di Siena, punta il dito contro l’ateneo, la Regione, il Comune ed il Ministero nel suo intervento durante la cerimonia dell’anno accademico.
La sua analisi dura poco più di dieci minuti ma questo basta per mettere in evidenza tutte le criticità vissute dagli iscritti. “Dobbiamo aumentare i posti letto nelle residenze universitarie e costruirne di nuove – le sue parole – . Non bastano più gli attuali contributi monetari e nemmeno i bonus per i fondi strutturali. Serve un gigantesco investimento nel welfare del Paese e bisogna difendere il diritto allo studio regionale, sotto finanziato da Stato e Regione”.
Ed ancora: “Chiediamo l’immediato ritiro delle tariffe della ristorazione del primo settembre. Le mense devono essere un luogo di socialità”.
Da qui il passaggio è sui problemi vissuti in città: “Vogliamo la gestione pubblica delle mense, investimenti sul personale, l’inizio dei lavori sulla mensa Bandini – continua -. Nello scorso anno accademico i ritardi di messa a norma delle residenze hanno portato ad una riduzione della metà dei posti letto a Siena. Non si può aspettare otto mesi per avere un alloggio”.
L’emergenza abitativa, aggiunge lo studente, “è il grande ostacolo alla nostra generazione che è senza casa. Viviamo in affitto nel periodo universitario e noi, quando iniziamo a lavorare, non troviamo casa. Ecco perché è necessario un tetto al costo degli affitti, un regime fiscale differenziato che limiti gli affitti brevi e la riconversione del patrimonio per ospitare le persone”.
Pecchianti poi chiama in causa direttamente il rettore dell’ateneo Roberto Di Pietra e il ministro dell’Università e Ricerca Anna Maria Bernini: “Magnifico Rettore – aggiunge – l’ateneo non vende i propri prodotti. Qui c’è una proiezione dei sistemi dell’istruzione pubblica verso il mercato con l’Università sottoposta all’economia”.
Poi la stoccata a Bernini: “Con il Pnrr poteva garantire fondi per dare struttura al Dsu. Penso però che sia una follia destinare 660 milioni di euro di housing universitario per finanziare studentati a gestione privata. Questo è un regalo alle imprese”, aggiunge Picchianti.
Nel suo intervento poi c’è spazio alle tematiche attuali: “I minuti di silenzio ci hanno stancato. Si alzi la voce contro le donne vittime di violenza, contro le vittime di guerra, contro le vittime sul lavoro. Ormai vivere liberi e con dignità è un privilegio per pochi”.
Sul Medio Oriente poi c’è un ulteriore accusa verso un’Università ed il suo comportamento è giudicato “contraddittorio” perché “voi dichiarate inclusivi ma non riuscite a condannare le bombe su Gaza e a smettere di avere accordi con aziende che producono armi”.
Tra l’altro gli studenti iscritti a Cravos sono entrati con una bandiera della Palestina durante l’evento.
Marco Crimi