Università, ok al bilancio: utile a 6,7 milioni di euro nonostante i tagli ministeriali

Non era facile ma il pericolo di chiudere con l’esercizio in perdita è stato sventato: l’Università di Siena archivia il 2024 con un utile da 6,7 milioni di euro. Un milione in meno rispetto al 2023 ma in quell’anno non c’era stato quel taglio da 8,1 milioni di euro deciso dal Ministero per il fondo di finanziamento ordinario.

“L’utile che abbiamo conseguito è il risultato di una serie di scelte, anche dolorose, che abbiamo dovuto adottare negli ultimi tre mesi del 2024. Le informazioni relative al fondo di finanziamento ordinario per quell’anno – di il rettore Roberto Di Pietra-, comunicateci a fine settembre, ci hanno costretto a rivedere l’assetto delle nostre strategie, posticipando e rallentando spese e costi operativi.”

La spending review si è concentrata su alcuni investimenti in programma e sulle assunzioni. “Alcuni processi di reclutamento già completati sono stati posticipati all’ 1 gennaio 2025, mentre quelli previsti nel corso del 2025 sono stati rinviati all’ 1 gennaio 2026. Questa decisione si è resa necessaria per garantire un’amministrazione ordinata e corretta del nostro ente, della nostra istituzione. Auspichiamo naturalmente che, a partire dal 2026, si possa riprendere l’attività di reclutamento con un fondo di finanziamento adeguato”, aggiunge Di Pietra.

In aumento la spesa per il costo di personale docente, tecnico e amministrativo, che per gli incrementi di contratto raggiunge quota 116 milioni. Sale anche il livello di risorse destinate a supporto degli studenti, vicine a 38 milioni di euro. Cresce di 21 milioni, arrivando a 111 milioni di euro, la consistenza di cassa.

L’ateneo può così contare su un tesoretto che si trova nella sua pancia, utile a portare avanti i progetti Pnrr. “Una gestione ordinata anche sotto il profilo della liquidità e della tesoreria ci consente di anticipare le spese relative ai progetti di ricerca, che vengono successivamente rendicontati con il conseguente rientro delle risorse in cassa – conclude il rettore-. Lo stesso vale per i progetti di investimento immobiliare, che richiedono anticipazioni verso le imprese coinvolte, così da poter poi procedere alla rendicontazione delle spese sulle risorse erogate dal Ministero”.