Ben 1370 richieste per cinque borse di studio destinate a studenti palestinesi: sono le domande pervenute all’Università di Siena e comunicate oggi durante una conferenza stampa dell’ateneo.
Dieci erano le borse di studio per ragazzi provenienti da aree di crisi, come Nigeria o Afghanistan. La metà appunto era destinate per le persone che provengono da questa regione del Medio Oriente. Complessivamente sono state 1801 le domande per dieci borse di studio.
Il rettore Roberto Di Pietra, durante la conferenza, ha promesso di mettere in campo “ulteriori atti concreti per queste aree del mondo”. Oltre alla Palestina Di Pietra ha citato anche la Russia: “Faremo lo stesso anche con chi si oppone al regime di Putin”.
In totale sono stati 32 i ragazzi che sono arrivati a Siena grazie ai progetti dello sportello Just Peace dell’ateneo. L’ultimo, un ventottenne ugandese, è giunto in città con l’adesione al progetto Unicore dell’Unhcr.
“Preferiamo gli atti concreti: accogliere e dare concretamente un aiuto. È una goccia nel mare, però bicchiere dopo bicchiere cambieremo questo mare”, ha detto ancora Di Pietra rispondendo ai giornalisti sulle polemiche nate sulla mancata autorizzazione di una conferenza organizzata per oggi dal sindacato Cravos, che vede come ospiti la relatrice Onu Francesca Albanese e lo storico Ilan Pappè. L’iniziativa si terrà comunque nel pomeriggio
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