
Stop alla convenzione tra Università per Stranieri e Marina Militare nell’ambito del tirocinio Mare Aperto.
Lo ha deciso il senato accademico dell’ateneo, approvando all’unanimità una proposta dei rappresentanti dell’associazione studentesca Cravos, Rachele Matteucci e Giorgia Miolano, che chiedevano l’interruzione del rapporto.
L’istituzione, in una nota, ha motivato la scelta sottolineando il “recente, ed evidente, cambiamento del clima politico e civile” con “l’insistenza di una retorica nazionalista e militarista inedita nella storia dell’Italia costituzionale; la militarizzazione crescente di scuola e università; la preoccupazione per un orientamento della Nato in direzione diversa da quella costruzione di «pace e giustizia tra le nazioni» che l’articolo 11 mette come condizione per la cessione di sovranità alle organizzazioni internazionali” Elementi che, si legge ancora, “non possono sfuggire ad un ateneo internazionale, che in forza del proprio Codice etico, «respinge ogni forma di nazionalismo, riconosce come patria il mondo intero e l’umanità tutta. Ripudia la guerra, in ogni sua forma»”.
L’esercitazione, ricordano da Cravos, “è la principale attività addestrativa della squadra navale italiana e nel 2024 ha coinvolto circa 9.500 militari di 22 nazioni, di cui 11 membri della Nato. Questa collaborazione rientra in un più ampio processo di relazioni tra università e settore militare, un fenomeno sempre più sistematico negli atenei italiani”.
“Non possiamo più tollerare che i saperi elaborati nelle università vengano messi al servizio dell’industria bellica e dei settori della difesa”, proseguono dall’associazione, evidenziando poi come “il processo di militarizzazione dei saperi e la subordinazione della società civile alle esigenze del comparto militare sono sotto gli occhi di tutti: un esempio è la base militare di Teulada, in Sardegna, oggetto di continue richieste di smantellamento da parte della popolazione locale”.
“Alla luce di questo contesto anche l’Università ha ritenuto insostenibile il coinvolgimento di studenti e studentesse in operazioni come Mare Aperto”, continuano. “Con determinazione, Cravos si è battuta per interrompere questa convenzione, lavorando affinché l’Università per Stranieri si orientasse verso opportunità di tirocinio più etiche e umane, nel segno di un mondo più solidale e non diviso da frontiere, in cui le armi lascino spazio a mani che soccorrono. Unistrasi ha già attivato collaborazioni con l’ong Emergency e, durante il senato, è stata avanzata la proposta di un accordo con Medici Senza Frontiere Italia Onlus per sviluppare attività e progetti di ricerca congiunti”.