La storia dell’Università popolare è recente, ma già densa di successi: il primo anno accademico, quello 2008 – 2009, contava su tre corsi e 80 iscritti. L’anno successivo i corsi erano già sette e gli iscritti 133. Poi si è passati a 21 corsi e 210 iscritti, fino ai numeri attuali, sicuramente destinati a crescere. Ma ciò che forse sorprende di più è l’età media, molto bassa: sono tanti i giovani che, evidentemente, hanno curiosità o passioni dentro di loro che il Comune consente di soddisfare, a un costo “politico”. La quota di iscrizione è simbolica, mentre la soddisfazione dei partecipanti elevata, come hanno più volte in occasione della serata conclusiva di questa positiva avventura.
«Siamo orgogliosi di questi risultati – osserva l’assessore Chiara Lanari – che insieme a servizi come la biblioteca o l’informagiovani, ci consentono di dare fondamentali strumenti di conoscenza ai nostri cittadini. In una società sempre più complessa, passione e ingegno possono essere una chiave di accesso anche per il mondo del lavoro, mentre la cultura consente di interpretare il mondo che ci circonda». Qui entra in gioco un valore più alto del semplice corso di studi: quello della qualità della vita, fatta di tanti beni immateriali e, appunto, di conoscenza. Non a caso, alla consegna dei diplomi era presente anche Andrea Micheletti, assessore, manco a dirlo, alla Qualità della vita.
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