Uova contro il parabrezza ma anche passeggini con coperte sopra lasciati sul lato della carreggiata, sarebbero queste le nuove trappole di presunte bande di criminali pronti a colpire ignari guidatori, costringendoli a fermarsi per strada e scendere dall’auto. A quel punto, le auto verrebbero rubate e gli sfortunati autisti, nel migliore dei casi, lasciati soli sulla strada.
Niente paura, si tratta di una bufala, un’allerta creata ad hoc per seminare il panico tra i cittadini che si sta propagando a macchia d’olio – e che torna periodicamente, come la richiesta di sangue necessario per trasfusioni e mille altre sciocchezze che intasano inutilmente i nostri telefoni con l’utilizzo del più classico dei sistemi: quello della catena di Sant’Antonio, chi riceve questo allarme lo inoltra a più persone possibile contribuendo al mantenimento di un circolo vizioso che, se non fosse stroncato, durerebbe all’infinito.
“Vi giro quanto segnalato dalla Polizia di Stato:” . Inizia così il messaggio che da giorni sta girando sui cellulari senesi via Whatsapp. In realtà non c’è niente di vero, non esiste alcun comunicato delle forze dell’ordine che certifichi l’esistenza di questo pericolo. Nelle nota, in prima battuta si fa riferimento a dei passeggini con delle coperte sopra abbandonati sul ciglio della strada” …con un bambino finto dentro …aspettano che qualcuno veda il bambino abbandonato – si legge -.Si tenga presente che la posizione di questo seggiolino auto è di solito in prossimità di un’area boschiva o di un prato (campo) e la persona, se una donna, viene trascinata nella foresta, percossa e violentata, fino a raggiungere persino la sua morte. Se è un uomo, vengono spesso picchiati e derubati e forse lo possono lasciare anche morto”.
La bufala poi descrive la trappola del lancio delle uova sul parabrezza della macchina: le uova, mescolate con l’acqua che esce dagli spruzzini dei tergicristalli, diventano lattiginose rendendo impossibile la vista della carreggiata. “Sarete costretti a fermarvi a lato della strada e diventare una vittima di questi criminali- prosegue-. Questa è una nuova tecnica utilizzata dai criminali, quindi informate amici e familiari.
Nuove occasioni, nuovi modi, per queste persone, di ottenere quello che vogliono. È ciò che sta succedendo attualmente”. Alla fine il classico invito a fare girare il messaggio a quante più persone possibile.
“Assolutamente falso, si tratta di una bufala – dichiara la polizia – anche perché noi utilizziamo i canali ufficiali che siano della polizia Stato, della polizia postale, agente Lisa. Mai e poi mai arriveranno da noi mail o sms, messaggi su whatsapp o su facebook che riportano queste notizie. Anzi, i cittadini potranno trovare periodicamente sui nostri canali social ufficiali, ogni informazione reale e utile per essere al sicuro.
L’invito è, dunque, quello di limitarsi ad ignorare certi messaggi ed eliminarli, non diffonderli contribuendo ad alimentare frodi e inutili paure.
Ulteriore esempio di truffe è quello dell’sms apparentemente inviato da Poste Italiane con cui gli ignari utenti vengono invitati ad aggiornare i propri dati al nuovo sistema PSD2 per evitare il blocco delle utenze postali. La genericità del messaggio può trarre in inganno sia i clienti di Poste Italiane sia tutti coloro che ne utilizzano quotidianamente i servizi, come l’invio o la ricezione di pacchi.
La vittima viene quindi reindirizzata su un sito Web malevolo che richiama in tutto e per tutto quello di Poste Italiane per convincerla a comunicare il suo numero di telefono e quello della carta di credito. Successivamente, l’utente viene invitato ad inserire il codice di sicurezza OTP (One Time Password) che ha appena ricevuto sul suo telefono. A quel punto i criminal hacker sono in grado di operare online per suo conto.
Poste Italiane, da parte sua, fa sapere che non ha mai chiesto ai suoi clienti né chiederà mai telefonicamente o attraverso e-mail, SMS e messaggi sui social network di fornire password, dati delle carte di credito, codici OTP, PIN, credenziali, chiavi di accesso all’home banking o altri codici personali.