Uscendo dopo la prova

Occhio, ci pestano, Miseria maiala: oh! Questo voleva passare a tutti i costi! M’ha dato un pintone. Ma Cosa dov’è? Ah sì, la vedo. Ma non poteva stare più vicina, che così s’era tutte insieme e non ci si perdeva? No, eh! Oh! Maporcaputtanaladra, ma non m’ha visto? M’ha rivogato una spallata di niente, questo gazzilloro rivestito!

Ma i posti ai tavoli chi li prendeva? No, perché se si fa come ieri sera io m’incazzo eh! in un tavolo in fondo dopo quello dei cittini. Chi ci andava a prendere i posti? Chi? Lei? Eh, si sta freschi. Come minimo l’ha presi a monculle, che per vedere arrivare i piatti bisogna aspettare due ore. E di sicuro i posti l’ha presi accanto al gruppo di quell’antipatiche. Come “chi sono?”. Dai, dai che l’hai capito da te, chi sono. Quelle. Le solite. Antipatiche come il puzzo di piedi, bàda. Pettegole. Se la tirano di nulla. Eh, che dici: l’hanno inventata loro, l’hanno inventata.

Ma scorrere un pochino, no, eh? No, non mi scuoce la pasta: mi rompe arrivare quando tutti hanno bell’e preso i posti migliori e i tavoli migliori. Io pago come quell’altri, eh! Tanto lo so che devo smettere di venirci ai cenini. Tutte le volte è uno stress. Tutte le volte è un’incazzatura. A casa, devo ritornare dopo la prova. A casa.

Si ho capito che escono quelli col cavallo e non si può passare. Sì, c’è il tappo, lo vedo. Ma non si riesce a muoversi un pochino di più e a vedere se in Contrada non ci si arriva dopo la musica, che poi non si trova un posto decente? Allora si scorre o no?
Madonna mia santissima, che ansia!

Maura Martellucci