Siena

Va in pensione Elka, la sarta delle grandi boutique della città: “Vorrei dare continuità al mio lavoro, ma non si trovano i ragazzi”

È un mestiere sempre più raro, per colpa dell’avvento delle multinazionali, un mestiere che forse è addirittura in via d’estinzione, ma allo stesso tempo è uno dei mestieri più nobili e soddisfacenti: è questo il messaggio che ha voluto lanciare Elka, la storica sarta bulgara della sartoria Camollia, che a breve appenderà ago e filo al chiodo. Proprio così, una delle professioniste più stimate ed apprezzate dai negozianti senesi, sta per andare in pensione e nessuno, per ora, sembra voler raccogliere la sua eredità. Non si tratta solo di dover chiudere un’attività, ma tale situazione costringe anche i vari commercianti della città a dover trovare nuovi professionisti a cui affidarsi.

“Sono arrivata a Siena 18 anni fa – commenta Elka – e da subito ho trovato molto lavoro con i negozianti della città. Ho sempre avuto passione per questa arte, perché mi è stata trasmessa dalla famiglia. Undici fa, poi, decisi di aprire la mia attività e ho continuato a collaborare con molti negozi. Purtroppo, adesso, vado in pensione e mi piacerebbe che qualcuno prendesse il mio posto, ma non si trovano persone. Io vado via tra tre mesi e sarei disposta ad insegnare il mestiere a un giovane, ma purtroppo non c’è più questa passione. Spero vivamente che l’attività possa andare avanti”.

Negli anni, Elka, ha avuto l’opportunità di vestire moltissimi uomini e donne ed ha notato anche come è cambiato il gusto delle persone, che sempre di più si stanno allontanando dallo stile, per seguire invece le mode del momento.

“Purtroppo, molti ragazzi tendono a seguire le mode, piuttosto che costruire un proprio stile – spiega la sarta -. Si sta un po’ perdendo la cultura del vestire e la cultura del bello, per questo motivo è molto più difficile trovare giovani con il sogno di diventare sarti. È un vero peccato, perché avere questo tipo di abilità, ci permette di essere liberi, di crearsi uno stile proprio e di non seguire per forza i brand delle multinazionali”.

L’auspicio è quello che la tradizione non si fermi e che il mestiere del sarto possa proseguire nel tempo, perché rimarrà sempre simbolo di unicità ed originalità.

Pietro Federici

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