Qualche mese fu addirittura la fondazione di Bill e Melinda Gates a dare il proprio contributo con un ricco finanziamento di oltre un milione e mezzo di euro. Una donazione risultato dell’impegno e dai contatti sempre più stretti tra Siena e il resto del mondo, per i quali fondamentale era ed è il ruolo di professionisti di casa nostra che sanno raccontare la città. Il magnate creatore della Microsoft infatti si è interessato ad un progetto nato dall’università di Siena e coordinato dal professor Emanuele Montomoli: il master di Vaccinologia. Arrivato alla sua sesta edizione il Master è partito oggi e vede la partecipazione di docenti internazionali che forniranno una preparazione di altissimo livello agli studenti provenienti dai paesi in via di sviluppo. ” Saranno in 23 i giovani che frequenteranno le lezioni e vengono da paesi dell’Africa e del sud est asiatico – ci dice Montomoli durante l’intervista -. Il master è cofinanziato dalla Fondazione Bill e Melinda Gates e da diverse aziende del farmaco tra cui VisMederi. Noi vogliamo dare ai ragazzi nozioni avanzate di vaccinologia per permettere strategie di vaccinazione appropriate nei loro paesi”.
L’università di Siena offre una grande opportunità per giovani medici e professionisti ed i risultati ottenuti nelle prime cinque edizioni sono stati molto soddisfacenti. “Nella prima edizione i 20 studenti non sapevano nemmeno dove erano – continua Montomoli-. Gente che non sapeva niente di vaccini venne a Siena piena di speranza. Qualcuno di loro, finita la formazione, ha fatto internship in aziende mondiali e addirittura all’Oms. Ora lavorano in organismi sovranazionali, qualcuno nei ministeri per la salute dei loro paesi natii, uno è addirittura sottosegretario in Kenya. Incidono in maniera positiva nei loro stati”.
Nelle prime 5 edizioni quella di Montomoli è stata una scommessa vinta, con oltre 100 persone già formate provenienti da 30 paesi differenti. “Il primo master che facemmo più di 10 anni fa nacque quasi per scherzo – sottolinea Montomoli-. Siena è un hub internazionale del vaccino, sapevamo che la fondazione Gates avrebbe scommesso su un progetto di trasferimento di know how, di tecnologie. Ci siamo resi conto che quello che facciamo è apprezzato in tutto il mondo: per reclutare 23 studenti abbiamo avuto 400 applicazioni. Ho passato una settimana di giugno a fare interviste su Skype per conoscere gli studenti più adatti. Bisogna scegliere – conclude Montomoli – le persone giuste, quelle che apprendono le nozioni e le trasferiscono nel territorio. L’esperienza sul campo ci dice che spesso si rischiano di fare interventi spot: vaccini 1000 persone e salvi 1000 vite e finisce tutto lì, bisogna invece insegnare a loro a vaccinare e dobbiamo trasferirgli la conoscenza”.
Marco Crimi