Alle Scotte la vaccinazione contro il vaiolo delle scimmie “dovrebbe essere questione di giorni” con la partenza che “potrebbe essere realisticamente tra la fine della prossima settimana e l’inizio di quella dopo”.
Di questo è convinto Mario Tumbarello, direttore della Uoc Malattie infettive e tropicali dell’Azienda ospedaliera universitaria Senese. “Una data non ce l’ho ma presto breve partirà una campagna vaccinale anche nell’ospedale. Non somministreremo dosi a tappetto, come nel caso del covid, ma seguiremo quelle che sono le categorie a rischio”, ha aggiunto. Il policlinico Le Scotte aspetta dunque la Regione che è anch’essa in attesa di novità da parte del Ministero della Salute, visto che la prima tranche di distribuzione del vaccino antivaiolo Jynneos è stata suddivisa tra le quattro regioni (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Veneto) con il più alto numero di casi.
Ma su questo fronte la situazione alle Scotte dottore quale è?
“Ad oggi, all’ospedale di Siena, risulta essere confermato un solo caso di vaiolo delle scimmie con il paziente è stato dimesso da tempo. Al momento non abbiamo avuto casi confermati, solo alcuni sospetti”.
Sulla stampa intanto vengono segnalati casi di West Nile. Ma cosa è? E come si trasmette?
“Non è una malattia virale nuova ed ormai la conosciamo da tempo. I casi ci sono nel nostro Paese da anni e stavolta il report dell’Iss parlava di 230 contagi dallo scorso giugno. La distribuzione geografica è particolare. Ci sono più casi in Veneto ed Emilia Romagna mentre sono pochi nel nostro territorio. Il vettore del contagio è la zanzara. L’infezione non porta a sintomi nella stragrande maggioranza delle volte, in un 20% di persone causa sintomi simil-influenzali, mentre in una percentuale più piccola può portare a problemi più gravi”.
Quali sono? E come si diagnostica nell’uomo?
“Non si fanno screening sulla West Nile per cui la diagnostica viene fatta solo sugli ospedalizzati. Generalmente il virus può causare meningoencefaliti gravi che possono mettere a rischio la vita”
Esistono terapie specifiche o vaccini per combatterlo?
“No, al momento possiamo supportare solo le funzioni vitali. I vaccini sono allo studio ma non esistono”
Quale è secondo lei l’arma migliore per impedire il diffondersi del contagio?
“Fare prevenzione. E capisco che in estate non è una cosa semplicissima. Magari si può usare camicie lunghe o evitare zone dove l’acqua è stagnante. Poi sono utili misure a tappeto come la disinfestazione in certe aree aperte. Ma bisogna anche capire che cose del genere possono essere fatte in luoghi dove la West Nile colpisce di più. La situazione da noi è tutt’altro che allarmante”
Quanto al covid sembrano flettere sia la curva dei casi in Toscana che quella dei ricoveri alle Scotte. Che periodo ci aspetterà ora che ci avviciniamo all’autunno?
“Lo scopriremo solo vivendo…Il covid c’ha già sorpreso. La storia ci dice che in autunno, con il lavoro in presenza, lo stare al chiuso, la riapertura delle scuole, ci sono fattori che potrebbero far salire la curva epidemiologica. Ma dobbiamo considerare che una larga fetta della popolazione è vaccinata e che in estate è girata l’ultima variante di Omicron, che è stata una sorte di booster volontario per cui le difese immunitarie tra i cittadini ci sono. Ricordiamo però che esiste anche la possibilità che si ripresenti una nuova variante che ci spiazza a tutti”
Marco Crimi