“Da oggi l’ufficio stampa del comune è ufficialmente diventato uno strumento della Giunta anziché dell’Amministrazione. Contraddicendo tutti i proclami sulla fine del “pensiero unico” di De Mossi in campagna elettorale, l’ufficio stampa metterà in atto una sorta di censura sulle opinioni degli interroganti, ovviamente cercando di mettere il bavaglio soprattutto alle opposizioni”. È questo il duro attacco che Bruno Valentini, ex sindaco di Siena e attuale consigliere di minoranza del Partito democratico, rivolge al primo cittadino Luigi De Mossi.
L’invettiva di Valentini, affidata ai canali social, prosegue: “Prima (con una consuetudine che andava avanti da decenni) il resoconto giornalistico di ogni interrogazione consiliare era fatto a “panino imbottito”:
- Sintesi del quesito,
- Risposta del Sindaco o dell’assessore
- Valutazione conclusiva da parte dell’interrogante.
Adesso, invece, le prime due parti rimangono ma la terza verrà censurata, pubblicando solo un laconico soddisfatto o insoddisfatto”.
“Lo scopo è uno solo. Impedire che chi legge sia influenzato dal giudizio finale (il numero 3), – continua l’esponente dem – lasciando senza commenti il parere del Sindaco o dell’assessore. Non a caso l’Ufficio Stampa è stato diviso per la prima volta in due settori, uno per il Palio (praticamente disoccupati per buona parte dell’anno) ed un altro per il resto, ovvero per la comunicazione politica”.
“In vista della prossima campagna elettorale, – conclude Valentini – vogliono tentare di far arrivare ai media e quindi ai cittadini meno informazioni possibili. Alle opposizioni rimane certo la facoltà di contattare direttamente giornali e siti di informazione, ma finora nessun sindaco aveva preteso che i giornalisti pagati dal Comune fossero esclusivamente al servizio della giunta invece che di tutta l’amministrazione. De Mossi l’ha fatto. Come fosse un nostalgico dei tempi del Mussari. Del resto i suoi accoliti erano fra i migliori amici di Mussari”.