“É in arrivo un’aria nuova in città per costruire la Siena che vogliamo”.
Si conclude con un auspicio la lunga lettera che le forze del centrosinistra hanno scritto per comunicare l’avvio di una fase d’ascolto e di elaborazione “intensa e ampia, larga, inclusiva, finalizzata a combattere anche il fenomeno dell’astensionismo” da fare con i cittadini in vista del voto del 2023.
Stando a quanto si legge nel lungo manifesto, che sembra aprire la corsa elettorale dei progressisti, l’idea di campo largo sembra tenere: il comunicato è stato sottoscritto dalle rappresentanze locali di Articolo Uno, Europa Verde, da gruppo primarie, da Liberi solidali progressisti, dal Pd di Siena, dal Psi, da Sinistra civica ecologista e Sinistra italiana.
C’è però un dettaglio non di poco conto: tra i firmatari della nota ci sono contemporaneamente sia Italia Viva che il Movimento 5 Stelle, che, almeno nelle intenzioni, appaiono compatibili in vista delle prossime amministrative.
Questo primo nucleo di movimenti però non vuole fermarsi qui e crede in un allargamento della coalizione “ad altri soggetti politici, civici e ai singoli cittadini che possano condividere il percorso di confronto avviato”. Un percorso “largo e partecipato” che porterà ad individuare, si legge, “una squadra, all’altezza del compito, con metodi che condivideremo, anche valutando la possibilità di primarie di coalizione”.
Le forze dell’alleanza “si sono riunite condividendo la necessità di restituire a Siena un governo all’altezza della storia, dell’identità e della dimensione internazionale della città”, recita il testo.
“Di fronte all’oggettivo declino economico e morale e alla disaffezione per la partecipazione politica, aggravati da oltre quattro anni di assoluta inadeguatezza e inconsistenza dell’attuale amministrazione di destra, crediamo che il rilancio della città, sempre più chiusa e povera, soprattutto di giovani, passi per una strategia di attrattività demografica, economica e culturale”, proseguono dai movimenti.
Siena deve competere con le migliori città europee di dimensioni analoghe, viene affermato, “offrendo un modello di vivibilità urbana e territoriale fondata sulla sostenibilità. Sostenibilità sociale e ambientale, accessibilità ai diritti universali, accoglienza concreta e strutturata per persone e imprese che vogliano vivere, lavorare, creare ricchezza e posti di lavoro. Cultura e innovazione devono essere il terreno su cui far crescere i livelli di benessere diffuso, di avanzamento della qualità dei servizi, della vivibilità e dei sistemi avanzati di protezione sociale. Ma soprattutto – concludono- occorre ascoltare i bisogni delle persone, a partire dalle urgenze del lavoro, del disagio e dell’attenzione per le fragilità e le disabilità, e aver cura della città, che appare trascurata e malridotta anche a causa dell’approssimazione e della superficialità di chi oggi la amministra”.
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