E dopo i fatti tragici accaduti nel Palio del 2 luglio del 1720 (come? Non avete letto l’articolo della scorsa settimana? Correte a cercarlo sulle pagine di Siena News!), il 7 maggio 1721 fu emanato quello che potremmo definire il primo vero e proprio Regolamento del Palio, dal momento che tutta la normazione successiva non ha fatto molto altro che adeguare alle necessità, circostanza per circostanza, epoca per epoca, questo strumento senza, tuttavia, stravolgerlo.
In realtà è possibile che, al netto del drammatico episodio dell’anno precedente, la constatazione dell’oggettiva pericolosità di una gara con tanti partecipanti abbia indotto i governanti a deciderne un serio disciplinamento riducendo il numero delle Contrade che avrebbero corso a dieci per volta (nel 1721 vennero, ovviamente, estratte tutte a sorte).
Il Regolamento, che porta la firma di Violante Beatrice di Baviera, stabilisce, pertanto, che la il Palio si potrà disputare solo in dieci ma, la partecipazione all’estrazione rimane, come in origine, volontaria. Ecco che, entro il mese di maggio, ogni rione doveva convocare l’assemblea del popolo e stabilire se volevano correre o meno, presentando alla Biccherna copia della deliberazione in forma valida. Quante Contrade si estraevano, allora, dopo il 2 luglio 1721? Un numero vario, di volta in volta, in base a chi aderiva per completare il lotto delle dieci.
Il Regolamento si componeva di 16 articoli alcuni dei quali, appunto, sono ancora in vigore. Tra tutti il numero 13 (del bando del 1721) è quello che riconosce come impraticabile la possibilità che tutte le Contrade di correre insieme. Notevoli, tra gli altri, il numero 4 in base al quale il fantino doveva indossare un giubbetto con i colori e lo stemma della Contrada, e il numero 10 che stabilisce che la Contrada vittoriosa è quella che al terzo giro passa prima sotto il palco dei giudici.
Le Contrade rimaste dentro il “bossolo” potranno partecipare “di diritto” al Palio seguente, ovvero, come recita ancora il Regolamento, “doveranno essere preferite a tutte le altre Contrade nelle corse future”, ma sempre e solo se così avesse deciso l’assemblea sovrana.
Maura Martellucci