Per tutti i gusti. Dalla citazione dei Nove nel programma elettorale di Massimo Sportelli (“La Siena che ho in mente” è diviso in nove macroaree) al “ministro degli esteri”, quello che istituirà in caso di vittoria Luigi De Mossi, affidando Maarten De Jong l’ufficio affari esteri del prossima amministrazione. Poi Pierluigi Piccini che rinuncerà al suo emolumento da sindaco e lo destinerà ai servizi sociali e Alessandro Vigni che non darà incarichi “diretti”, pur consentiti per legge, ma solo attraverso “concorsi pubblici rivolti ai giovani”. Ed, infine, Bruno Valentini che cita i nomi di Giuseppe Mussari e Salvatore Caiata o David Chiti che ripete lo slogan “fare più che parlare” o giù di lì.
La campagna elettorale verso il voto a Siena del 10 giugno, dunque, è entrata nel vivo, con una giornata a dir poco convulsa. Almeno comunicativamente parlando. Siena Doc ha presentato al propria lista di candidati a supporto di David Chiti: “Campagna elettorale fra la gente – ha detto il candidato a sindaco – vogliamo ripartire da questo. Dobbiamo ripensare la città facendo tesoro della sua grandezza e della sua storia”. “Il 10 giugno – ha ribadito il presidente d Siena Doc Emanuele Paolini – è solo una partenza, da lì inizierà il vero lavoro per dare risposte ai territori”.
Per Luigi De Mossi prima passaggio da Forza Italia, con i coordinatori Lorenzo Lorè e Alessadro Manganelli e con la “benedizione” del coordinatore regionale azzurro Stefano Mugnai, per la presentazione della lista degli azzurri. E quindi presentazione del progetto per attrarre capitali dall’estero. “Siena non può più permettersi di vedere i propri giovani emigrare per trovare lavoro all’estero – ha detto il candidato Luigi De Mossi – Il mio obiettivo è quello di creare un rapporto ad ampio raggio con tutte le grandi aziende internazionali che possono essere interessate al nostro territorio e che possano qui creare occupazione”. Per questo De Mossi appronterà un ufficio “esteri”, che sarà affidato a Maarten de Jong, presidente del consiglio di amministrazione di Kbl, European private bankers con sede in Lussemburgo. “Abito – ha detto – dal ’95 a Gaiole in Chianti con la mia famiglia – ha detto Maarten De Jong – Ci siamo profondamente innamorati del Chianti e di Siena, tanto che dal 2001 è diventata la nostra casa di residenza. Ho assistito alla crisi finanziaria che ha colpito il mondo e che ha colpito anche Siena con le vicende legate a Banca Mps. Luigi mi ha chiesto se a mio avviso era possibile far conoscere Siena ed il suo territorio al mondo economico internazionale, se era possibile portare qui investitori europei e mondiali per rilanciare l’economia della città. Io sono certo che è possibile”.
Giornata di presentazione anche per Massimo Sportelli: “La Siena che ho in mente” è il suo programma. Sportelli ne ha illustrato i punti cardine (nove, numero caro alla tradizione senese), affiancato da alcuni dei candidati più giovani delle liste di appoggio, Licinia Amabile (Spqs), Davide Ciacci (Nero su Bianco), Serena Bianchi (La Martinella 1884), Matteo Betti (Siena Aperta), Valentina Caprasecca (Sena Civitas). “Questi candidati che mi affiancano, – ha dichiarato Massimo Sportelli – sono l’espressione della freschezza mentale, spirito di iniziativa e competenza con cui abbiamo voluto creare il nostro programma. Lavoro, Sicurezza, Urbanistica, Turismo e Cultura sono i protagonisti dei 73 punti programmatici nati dall’approccio imprenditoriale con cui sono stati portati avanti i mesi di lavoro: analisi delle criticità, studio delle progettualità e seguente sviluppo di alcuni punti per ogni tema che possano essere realizzati in tempi brevi. L’obiettivo primario è creare occupazione con ricaduta immediata sul territorio per dare vita ad un circolo virtuoso che possa far ripartire la macchina cittadina”.
Infine ai nastri di partenza anche la lista “In Campo”, che affiancherà Bruno Valentini. “Nel 2013 – ha detto il primo cittadino – un candidato dell’opposizione si congratulò dicendo che avevamo vinto senza Mps o senza Mussari che negli anni precedenti dettava la linea. Quest lista si rivolge anche a progetti politici no rappresentanti, fra cui quel M5s che dice sì a Salvatore Caiata e no ai rappresentanti senesi”. “Siamo la forza tranquilla – ha detto il coordinatore Roberto De Vivo – ma ferma che vuole realizzare il vero cambiamento impedendo il ritorno delle vecchie logiche. Dobbiamo recuperare il senso di comunità, cambiare modalità, stile di governo della città ed insieme costruire il futuro di Siena, per noi e per i nostri figli. Con questo cambio di passo, realizzeremo insieme un progetto di governo che pensi all’oggi e ad una visione per il futuro di Siena”.
Nel mezzo le dichiarazioni stampa di Alessandro Vigni (Sinistra per Siena e Potere al Popolo) e Pierluigi Piccini (lista “Per Siena”). “Nessun incarico diretto, anche se potrei farlo per legge, ma solo incarichi tramite concorsi pubblici, anche per le partecipate” dice il primo. Mentre Pierluigi Piccini conferma la sua scelta di non percepire l’indennità di sindaco. “Se sarò eletto – afferma – il mio stipendio andrà in un fondo destinato ad associazioni e iniziative nel campo sociale e culturale. Mi sembra un atto dovuto a questa città, che mi ha dato molto, e una garanzia per i cittadini: non ho altre mire. Per me – aggiunge – questo incarico non è un punto di arrivo di una carriera personale, visto che sono già stato primo cittadino, ma un ruolo che intendo svolgere con spirito di servizio, senza condizionamenti”.
Alessandro Lorenzini
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