L’attuale scenario determinato dalla situazione legata al diffondersi del Coronavirus ha visto via via l’annullamento o la posticipazione delle fiere internazionali più importanti. Come già comunicato anche Vinitaly ha deciso di rinviare la fiera e tutti gli eventi annessi come Opera Wine dal 14 al 17 giugno.
Mentre dopo un iniziale annuncio di slittamento, la fiera internazionale di Düsseldorf, Prowein ha preso la drastica e coraggiosa decisione di rinvio al 2021, e il Vinexpo ha deciso invece di reinviare a luglio le date della fiera di Hong Kong, non tutti i produttori sono convinti sul rinvio del Vinitaly a giugno.
La prima organizzazione a sollevare i dubbi in tal senso è stata la FIVI (Federazione Italiana Vignaioli indipendenti) che ha presentato a Verona Fiere la richiesta di slittamento della fiera al 2021, adducendo come motivazioni il fatto che durante quel periodo le aziende a conduzione familiare sono nel pieno delle lavorazioni in vigna. Successivamente anche Federvini e l’Istituto di Qualità Grandi Marchi hanno invitato Verona Fiere a fare delle nuove considerazioni, per proporre un evento in una diversa modalità, considerando le mutazioni intervenute nel panorama globale. Anche i consorzi DOP pugliesi stanno chiedendo il rinvio al 2021.
In attesa di sapere che piega prenderanno gli eventi a partire dal 3 aprile data in cui dovrebbero (sottolineo dovrebbero) terminare le misure adottate, abbiamo chiesto un parere in tal senso al Presidente di Avito Francesco Mazzei. Attualmente i Consorzi toscani non hanno avuto ancora la possibilità di riunirsi, ma secondo Francesco Mazzei “Le cose andranno a maturare da sole senza dover forzare la mano. Alla fine il punto chiave è uno solo: l’Italia deve ripartire! Quando sarà possibile, tutti devono salire sulla barca della ripartenza. Detto ciò, una fiera deve garantire che ci sia una certa partecipazione da parte degli operatori. Se il Vinitaly dunque è l’hub della ripartenza, ossia il momento di incontro tra espositori ed operatori, tutti dobbiamo schierarci ed essere presenti sotto la bandiera del Vinitaly, ma se gli operatori non ci sono, forse l’hub della ripartenza deve essere qualcos’altro. Bisogna fare un sondaggio oggettivo sulla volontà di partecipazione degli operatori. Questo è comunque il mio parere personale, perché Avito non si è ancora incontrato. Mi sembrerebbe di buon senso che tutti gli stake-holders facessero mente locale sul Vinitaly come momento di aggregazione. Se il Vinitaly può essere un punto di raccordo tra domanda e offerta, ovvero tra esibitori e operatori.” Le ragioni degli operatori per non venire possono essere legate “allo stato generale delle cose, allo stato generale delle cose al di fuori dell’Italia, alle opportunità del periodo (perché a giugno siamo in una fase più avanzata dell’anno). Sono tante le considerazioni, oggi mi sembra che ci siano tante incertezze e dire se si farà o non si farà è un po’ prematuro.”
Stefania Tacconi
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