Il 43esmo Premio Internazionale Masi è dedicato quest’anno alla bellezza come strumento di rigenerazione dei territori e dei valori umani. Un fil rouge fra passato e futuro su cui il premio Masi prova a dare un contributo di riflessione continuando un dialogo che nel 2021 si concentrava su “Coraggio e visione” nel 2023 su “Radici e prospettive” e ora alza il tiro su uno dei temi più forti della cultura umana: la bellezza.
Bellezza che i filosofi hanno spesso coniugato anche con bontà ed ecco che il Grosso d’Oro Veneziano è stato conferito all’Opera Don Calabria che lavora con attività pastorale, Case e comunità, ospedali e centri sanitari in 12 Paesi, sviluppando la pace e la solidarietà.
Nella sezione “Civiltà veneta” del Premio Masi i vincitori sono l’imprenditore Riccardo Illy, lo scultore Arcangelo Sassolino e la giovane ambientalista e scrittrice Sara Segantin. Donatella Cinelli Colombini è stata la destinataria del Premio Civiltà del Vino per il suo impegno nella diffusione del turismo del vino in Italia.
Negli anni lo stesso riconoscimento è stato assegnato a Emile Peynaud, Hugh Johnson, Philippine De Rothschild … e recentemente a Luigi Moio e Gerard Basset. Nel ringraziare la giuria presieduta da Federico Castellucci e la famiglia Boscaini per averla scelta Donatella Cinelli Colombini ha dichiarato: “Mi sento intimidita nel vedere il mio nome fra questi colossi della storia del vino mondiale. Nel premio dedicato alla bellezza il vino si pone come un possibile strumento di bellezza soprattutto per il suo ruolo nel contrasto dell’abbandono dei territori interni, nel mantenerli popolati, coltivati e quindi paesaggisticamente belli. Obiettivi a cui il turismo del vino può dare ulteriore spinta se sviluppato in una logica rigenerativa. La bellezza – ha concluso – è importante per il turismo del vino e deve essere coniugata con due parole: armonia e integrità e l’armonia va cercata in 3 direzioni: con la storia passata, presente e futura, con la natura e con l’uomo cioè con il suo bisogno di essere felice”.