Violenza sulle donne, i Carabinieri rafforzano il fronte della prevenzione. Nel 2025 perseguiti 40mila reati

In Italia aumentano i reati legati alla violenza di genere: nel 2024 i Carabinieri hanno perseguito oltre 60 mila casi riconducibili alle norme speciali di tutela, rispetto ai 57 mila dell’anno precedente. Nei primi nove mesi del 2025 i reati sono già più di 40 mila. Crescono anche gli arresti: quasi 9.500 nel 2024, contro i 7.600 del 2023. Numeri che descrivono un’emergenza costante e che fanno da cornice alle iniziative messe in campo dall’Arma in occasione del 25 novembre, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

La campagna lanciata quest’anno punta a rafforzare la consapevolezza sul fenomeno e incoraggiare le vittime a denunciare. Materiali informativi, locandine, video diffusi sui canali digitali dell’Arma e interviste a militari impegnati sul campo compongono un mosaico comunicativo diretto e riconoscibile. A questo si aggiunge uno spot con l’attrice Cristiana Capotondi, incentrato su rispetto, ascolto e legalità, con l’obiettivo dichiarato di alimentare un cambiamento culturale.

Un ruolo decisivo è affidato anche alle scuole e alle comunità locali, dove i Carabinieri organizzano incontri per sensibilizzare i giovani e promuovere un’idea di donna fondata sulla dignità e sull’uguaglianza. In molti Comuni, per la ricorrenza del 25 novembre, diverse caserme si illuminano di arancione, aderendo alla campagna internazionale “Orange the World”.

Sul sito istituzionale è stata inoltre dedicata una sezione al cosiddetto “Codice rosso”, che illustra gli strumenti di tutela e offre un test di autovalutazione – il “Violenzametro” – pensato per riconoscere i segnali di violenza nelle relazioni di coppia.

La lotta alla violenza di genere è oggi una delle priorità operative dell’Arma. Negli anni sono stati creati reparti e progetti dedicati alla prevenzione e all’ascolto. Dal 2009 è attiva una sezione specializzata che analizza il fenomeno e individua strategie aggiornate, mentre dal 2014 una rete nazionale di Carabinieri con formazione certificata segue da vicino i casi più delicati, supportando gli investigatori dei territori.

La formazione è un altro pilastro: l’Istituto Superiore di Tecniche Investigative prepara gli operatori alle indagini più complesse, con corsi che integrano psicologia, tecniche investigative e strumenti avanzati. A ciò si aggiungono seminari specifici dedicati all’interazione con vittime vulnerabili, frutto di un accordo con il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi.

Restano centrali anche le stazioni dell’Arma, definite “porte della speranza”: sono il primo luogo in cui molte donne trovano ascolto e protezione. Da qui nasce il progetto “Una stanza tutta per sé”, avviato nel 2015 insieme al Soroptimist International d’Italia: ad oggi sono state create 211 stanze dedicate all’ascolto protetto, attrezzate per garantire riservatezza e sicurezza. Il progetto si è ampliato con una versione “portatile”: un kit con notebook e microtelecamera per registrare denunce e audizioni anche dove non esistono stanze dedicate.

Un altro strumento è “Mobile Angel”, uno smartwatch che permette alla vittima di lanciare un allarme geolocalizzato alle centrali operative in caso di emergenza. Attivo dal 2019 in alcune province italiane, ha già mostrato efficacia sia sul fronte della protezione sia come deterrente.

Non meno importante è l’attenzione ai cosiddetti “reati spia”, come atti persecutori, maltrattamenti e violenze sessuali: segnali che spesso anticipano episodi più gravi. L’aumento delle denunce e degli arresti indica da un lato una crescita del fenomeno, dall’altro una maggiore capacità delle vittime di rivolgersi alle forze dell’ordine.

Guardando al futuro, l’Arma ribadisce la volontà di rafforzare prevenzione e contrasto, consapevole che la violenza di genere è un fenomeno difficile da intercettare nelle sue fasi iniziali. Molte donne denunciano solo dopo mesi, spesso quando la situazione è già critica. Ed è proprio in quel passaggio, nel momento in cui una vittima trova finalmente il coraggio di chiedere aiuto, che tutti gli strumenti messi in campo acquistano valore.